Dries Mertens, nel gioco dello spygame, interpreta la parte dell’infiltrato, colui al quale si possono chiedere consigli e dritte, perché già a conoscenza del nemico, affrontato sul campo due anni fa, in quella che fu la nuova esperienza europea degli azzurri, reduci da una stagione da incorniciare, che aprì le porte al calcio che conta.
L’ex attaccante dell’Utrecht, ora in forza al PSV di Advocat, ha indicato in maniera eloquente quale dovrà essere il fattore principale da considerare per poter mettere in difficoltà l’undici partenopeo. “La squadra è leggermente cambiata, è passato tempo, ma giocano allo stesso modo. Quando hanno la palla – ha detto Mertens analizzando il sistema di gioco di Mazzarri – giocano con cinque difensori, ma quando attaccano la difesa passa a tre. Dobbiamo provare a fare la partita, tenendo il pallone“.
Il gioco del Psv non prevede in modo esemplare un possesso palla adeguato e collaudato, ma dovrà sicuramente chiedere gli straordinari a Van Bommel & company, per provare a mettere in atto la trappola dichiarata. L’ex milanista sembra proprio il principale indiziato a poter imbastire una manovra opportuna per mettere in difficoltà il Napoli, anche se Mazzarri ha fatto intendere di aver preparato una vera e propria gabbia per il centrale di centrocampo olandese, uno degli uomini con maggiore esperienza, nonché tasso tecnico superiore alla media della squadra di Eindhoven. E’ molto probabile che abbia chiesto un sacrificio particolare a Donadel e Dzemaili in fase di copertura, per raddoppiare e rallentare i movimenti del giocatore, al punto da lasciare il pallino del gioco nei piedi dei manovratori azzurri.