Quella stagione il Napoli cavalcò l’onda esaltante portata dal gioco spumeggiante e concreto di Lippi che trasformò una squadra normale in un team che avrebbe potuto mettere in difficoltà chiunque, con uno strepitoso Fonseca e con i lampi di Di Canio ad illuminare la scena. Eugenio Corini fu uno dei perni fondamentali del centrocampo azzurro, abile distributore di palloni, regista vecchio stile, intelligente e disciplinato a livello tattico, non ha probabilmente avuto ciò che avrebbe meritato a livello calcistico, da cui ha però ricavato soddisfazioni fino ad età avanzata, quando ha contribuito in maniera importante alla crescita di squadre come Palermo, Torino e, appunto, Chievo Verona, dov’è ritornato nelle vesti di tecnico. Ferrara fece quell’ultima stagione in azzurro per poi essere ceduto alla Juve, coronando una carriera ottima, ricca di vittorie e riconoscimenti. Due personaggi di un’altra era, due interpreti di un calcio che ha abbandonato le vesti romantiche per vestire i panni imprenditoriali di una società-azienda. Resta il piacere del ricordo per due calciatori che sono tornati alla ribalta per dare ai giovani ciò che il proprio bagaglio tecnico ha acquisito negli anni, passando anche dall’esperienza partenopea.
Articolo modificato 6 Ott 2012 - 10:28