La sconfitta di giovedì sera appare oramai come l’ennesimo dato a favore della bocciatura e dell’inadeguatezza di alcuni giocatori a ricoprire un ruolo, anche solo di riserva, in una squadra di vertice del campionato italiano e costantemente impegnata in Europa.
Molti degli investimenti delle ultime due annate e delle scelte in merito all’organico compiute dalla società e dallo staff hanno portato dubbi e perplessità sin da subito nella critica e nei tifosi.
Oggi però a seguito di dati statistici negativi e delle prestazione insufficienti lo scetticismo si trasforma in una piena bocciatura.
Lo scorso anno il fallimento del turnover a trecentosessanta gradi arrivò in campionato contro il Chievo, visto che la Champions per dictat societario era la competizione principale, facendo ricredere Mazzarri sull’eventualità della riproposizione di una scelta simile.
Questa stagione, nonostante qualche nuovo innesto tra le riserve, la bocciatura è arrivata pesante e perentoria in Europa League contro il PSV, dimostrando che la caratura del cosi detto Napoli B rimane molto bassa.
Partiamo da Vargas: la sola tripletta contro L’Aik in quasi 10 mesi di Napoli non giustificano un investimento esoso come quello fatto per il cileno.
Fino ad ora ha dimostrato di non avere la caratura fisica e tecnica per giocare in un calcio fisico e spigoloso come quello italiano ed europeo. Appare troppo spesso narcisista, amante del pallone e delle cose più difficili e improbabili, che finiscono spesso per essere occasioni di ripartenza per gli avversari.
Scalando di ruolo troviamo Marco Donadel: la riconferma dell’ex viola è apparsa un po’ a tutti strana, visto l’evanescenza del giocatore nella scorsa stagione, nella quale ha impressionato solo per i numerosi infortuni.
Lo scetticismo sulle sue qualità di inizio stagione si è confermato reale inadeguatezza nelle due prove infruttuose offerta in Europa. Donadel non è apparso sino ad ora in grado di rimpiazzare Inler o Behrami e soprattutto non può prendere in rosa il posto di Gargano, considerando anche la netta differenza tra le caratteristiche dei due.
Accanto a Donadel troviamo l’oggetto misterioso El Kaddouri. L’ex Brescia ha fatto vedere sprazzi di buona tecnica e personalità, ma ha ampiamente dimostrato che per essere all’altezza di una squadra come il Napoli ha bisogno di molto tempo e molto spazio per crescere e maturare.
Sulla corsia di destra troviamo invece l’ex Genoa Mesto. Arrivato come perfetto vice Maggio è apparso sino ad ora lontano da una condizione fisica definibile tale. Considerando il giocatore visto negli anni nelle fila del grifone si spera che sia solo questione di tempo, ma nel caso dovesse continuare ad offrire prestazioni del genere tra lui e Maggio si creerebbe una differenza abissale.
Infine in difesa troviamo Fernandez. Una delle prime giovani promesse dell’era Mazzarri, rimasto però inesploso. Paradossalmente appare peggiorato quasi rispetto alle prima prove offerte in azzurro. Causa forse anche la non grande fiducia dimostratagli dal tecnico nelle precedenti annate, oggi il centrale argentino appare spesso indeciso, impreciso e inefficace, spalancando autostrade agli attaccanti avversari.
Sino ad ora nessuno di questi investimenti o scelte ha ricompensato sul campo lo sforzo economico della società e la fiducia dimostratagli, rendendo il Napoli ancora distante, almeno nell’organico, dalla Juventus e da una squadra che intende avere una rosa ampia per giungere fino infondo in tutte le competizioni.
Articolo modificato 6 Ott 2012 - 11:55