Preservare. Verbo transitivo: proteggere, salvaguardare qualcosa o qualcuno da danni fisici o morali.
Preservare. Un verbo che Cesare Prandelli conosce bene, magari meglio, dopo la “chiacchierata” con Antonio Conte prima del doppio appuntamento azzurro. E, soprattutto, prima della supersfida del 20 con il Napoli.
Il ct ha tenuto a precisare che si stanno studiando alla perfezione tutte le modalità per accompagnare i calciatori nel recupero dalle fatiche, restituendoli belli e tosti ai loro impegni di campionato. La questione, se permettete, è un’altra. Disparità di trattamento. Sempre qui si va a finire.
“Nei giorni scorsi mi sono sentito con Conte – ha dichiarato Prandelli – e siamo giunti alla conclusione che un giocatore come Pirlo non può non giocare in Nazionale. Antonio e io abbiamo la stessa visione delle cose: anche lui ha indossato a lungo la maglia azzurra e sa quanto alcuni giocatori, se non tutti, tengano a questa possibilità. E’ necessario trovare un punto d’incontro, ma credo che lo abbiamo trovato. Abbiamo studiato un nuovo metodo di recupero per i calciatori dopo le loro fatiche”.
Punto d’incontro? Quale punto d’incontro? Vuoi vedere che zitto zitto mister Conte, dai meandri dei suoi box, lontano dal campo e dalla squadra durante le domeniche di campionato, arriva a mettere pressione su mister Prandelli?
No. Non ci siamo proprio caro Prandelli. La Nazionale italiana è uguale per tutti. Che ci siano 8 giocatori della Juve oppure nessuno. Ed è inammissibile che un allenatore, squalificato dalla giustizia sportiva, metta pressione sull’allenatore della Nazionale per tutelare i propri giocatori.
E allora che vada a farsi benedire l’operazione “Salvate il soldato Pirlo”. Che vadano a farsi benedire le pressioni, le tele nascoste, le trame egoiste. Pirlo è un giocatore come tutti gli altri e sarà il mister a decidere se schierarlo o meno. Ma ci credete? Vogliamo fare una scommessa?
Maggio giocherà tutt’e due le partite. Si sa. Mica ha la raccomandazione!
Raffaele Nappi
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