Ma alla parola centrale “Juve” la discussione civile ne ha aggiunta un’altra come corollario, come chiarificazione ulteriore; la parola, o meglio la frase di senso compiuto è “Vecchia Signora”.
Cosa si cela dietro questa espressione? Proviamo dunque a fare un gioco, evidenziando come la realtà vissuta sia implacabilmente incline alla soggettività e all’idea che di una parola o di una frase hanno uomini distinti tra loro da opposte visioni del reale e del calcio.
Per uno juventino la parola “Vecchia” richiama un sentimento di aristocraticità, di nobiltà, di purezza del sangue non contaminato dalla villania e dalla rozzezza. Per un napoletano “Vecchia” richiama carni cadenti, bagasce di bordello, pettegole litaniose. Per il napoletano “Vecchia” equivale a morente, a senza forza, di converso per uno juventino “Vecchia” è un richiamo alla tradizione, all’immobilità di un’eterna grandezza.
Per uno juventino “Signora” è la matrice massima del distacco tra il popolo plebeo e la classe dominante, è l’epiteto che rende diversi, che distingue il calzone lacero dal colletto di seta. E’ uno statuto di superiorità sancita dalla storia e dalla lotta per la vita, è la spia che induce a non sporcarsi nel fango della realtà vera e spaventosa.
Per un napoletano “Signora” è un termine che va maledetto, che richiama antiche oppressioni; è una parola che designa la fetta di umanità che mangia tutta la torta, che non conosce la fatica, che non sa mangiare il pollo con le mani e che quindi dimentica la sua matrice naturale e animalesca. Per un napoletano “Signora” può assumere il profilo di uno scherno, è anche il simbolo della giovinezza sfiorita, dei modi troppo raffinati per non divenire urticanti.
Come si è visto le parole nascondono altro, non sono che il risultato visibile e udibile di concetti ancestrali, di contrapposizioni totali, di inimicizie gioconde. Che la Juve sia solo una “Vecchia Signora” alla maniera pensata dagli juventini, o una “Vecchia Signora” alla maniera pensata dai napoletani lo sapremo solo a Maggio. In questo abisso di tempo le due tifoserie avranno la libertà di pensare e di pensarsi come meglio riterranno opportuno.
Carlo Lettera
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Articolo modificato 11 Ott 2012 - 15:08