Diciamocelo senza peli sulla lingua. Non li sopportiamo più.
Sono giorni difficili per chi cerca di trovare un equilibrio razionale nel proprio essere tifoso. Quando si parla di Juve, per noi napoletani, l’equilibrio non può esserci.
Noi rappresentiamo da sempre il loro opposto, loro il nostro.
Non se ne esce facilmente con mediazioni amichevoli o raffinate.
Sbucano da tutte le parti come funghi, hanno approfittato del nostro substrato passato di umidità e datato epoca postMaradoniana per moltiplicarsi e invadere la nostra terra, quella del sole, della pizza e del mandolino.
Sono ovunque, li trovi ai bar, sui social-network, per strada, in famiglia, nel tuo condominio: quando meno te l’aspetti ne esce uno pronto a sbraitare, a considerarsi unica vittima del sistema, ribadendo che hanno pagato ingiustamente con la serie B prima, poi con la squalifica del loro allenatore.
E allora ti ricordi di quando erano meno antipatici del solito. Che bei tempi.
Erano cani bastonati, si nascondevano camminando a faccia bassa, evitavano qualsiasi discussione di natura calcistica, ti facevano pena, in fondo quasi ti dispiaceva della loro situazione ma poi pensavi a quanto sarebbe stato bello ritrovarli in serie B, quella in cui anche tu eri capitato per caso ma senza fronzoli e cenni di vittimismo, solo perché in Federazione nessuno aveva deciso di graziarti. Eppure non ti consideravi perseguitato. O almeno non quanto loro.
Sono sempre stati antipatici ma in quel periodo di sfortuna erano più accettabili, meno orchi e più umani, ti saresti addirittura fidato di loro.
Certo, anche in quella fase hanno avuto modo di offrirci qualche spaccato della loro reale natura. Ricordo Zalayeta, Bergonzi, Contini e replay infiniti… poi più nulla. Noi in Champions e loro fuori dall’Europa.
E lì qualcosa è cambiato.
Hanno cominciato a temerci, a capire che non eravamo più i loro dirimpettai scemi da prendere in giro quando gli passava per la testa. Siamo cresciuti e hanno capito che facciamo paura.
Hanno vinto lo Scudetto e hanno rialzato la testa guardando il mondo dall’alto verso il basso, con atteggiamento di superiorità verso qualsiasi altra realtà.
Ad un tratto la Supercoppa è divenuta importantissima e la Coppa Italia una “coppetta”. Hanno imparato a rosicare anche loro e sono tornati antipatici, più di prima, non c’è dubbio.
Fino a Pechino si poteva operare di “ignoranza“, guardando ognuno nel proprio orticello ignorando l’altro. Ma quel crocevia orientale ha cambiato per sempre i nostri rispettivi orizzonti: ci guarderemo, ci guferemo e mai ci conosceremo abbastanza…