Un rigore dubbio concesso alla Juventus e due espulsioni comminate al Napoli. Questi gli aspetti salienti dello show di Pier Silvio Mazzoleni in quel di Pechino l’11 agosto scorso. Lo strascico di polemiche lasciate dalla Supercoppa condiziona, ovviamente, le scelte del designatore per la gara di sabato prossimo. Il toto-arbitro è partito da qualche giorno, con Damato, Rocchi ed Orsato in lizza per l’assegnazione. Quest’ultimo ha le maggiori chances, dopo la direzione (quasi) impeccabile di Juventus-Napoli nella passata stagione.
Ma l’ombra del fischietto di Bergamo aleggia sullo “Juventus Stadium”. A lanciare la provocazione era stato qualche giorno fa l’ex calciatore azzurro Gianni Improta: “Manderei nuovamente Mazzoleni ad arbitrare questa sfida – ha dichiarato “il baronetto di Posillipo” – In tal modo ci sarebbe maggiore trasparenza. Avremmo la possibilità di capire se gli errori in Cina sono frutto di un episodio o se veramente c’è qualcosa alle spalle“. Il sassolino nello stagno non ha provocato tanto rumore, ma la proposta irriverente non va sottovalutata. Anche altri esponenti del mondo calcistico hanno avallato questa tesi, tra i quali il centrocampista Giuliano Giannichedda, appellandosi alla professionalità dei direttori di gara nostrani.
Certamente sarebbe uno schiaffo ad ogni ipotesi di malafede, una ghiotta opportunità per il palazzo di tentare la redenzione. Di contro la carica di responsabilità sulle spalle del bergamasco sarebbe insostenibile ed è probabile che si presenterebbe a Torino privo della dovuta serenità. Oggi è tornato sull’argomento anche l’ex divisa nera Graziano Cesari, intervistato da Radio Crc: “Mazzoleni assolutamente no – ha sbottato – Con Tagliavento e Rizzoli è fuori da questa designazione. Bergonzi soffre di narcisismo. Non esiste un arbitro giusto per Juve-Napoli, anche se Orsato è migliorato molto ed è stato anche premiato dall’Uefa. Se la partita dovesse infiammarsi è l’uomo giusto per tenerne in mano le redini senza farsi condizionare dall’ambiente“.
Il Mazzoleni-bis rimarrà un salto nel buio, poco più di una chiacchiera da bar. E qualche lingua biforcuta gioca al rialzo: “Perchè allora non affidarla a Bergonzi? Per quei due rigori contro la Juve al San Paolo?”. Chissà. Si dice che, ai piani alti, i ricordi indelebili siano quelli più lontani.