La ferocia di un macedone non meno elegante di quell’Alessandro che espugnava Ecbatana; la gioia della generazione del principio generativo di Maggio; l’applauso ammirato della traccia curvilinea di Insigne; il patriottismo soddisfatto degli svizzeri; la scena “rubata” di Morgan; i guardiani della Pampa argentina; l’attesa riposata di Cannavaro; l’allegria senza collassi di Zuniga.
Rovescio:
L’amarezza di Cavani, arretrato di posizione e di classifica. L’inquietudine di un Mondiale che può farsi cenere; Hamsik e lo sconforto di una nazione intera vittima dell’avanzata greca;
Diritto:
Un popolo intero che trascina per i capelli; la possibilità per i giocatori di assurgere a una posizione divina; il senso d’ingiustizia da riparare; il clichè, abusato e semplicistico, ma sempre animatore di piazze, del Masaniello contro il Re.
Rovescio:
La pressione che schiaccia; la maturità che non arriva perché troppo prossima all’idea di morte; la geometria euclidea di Pirlo; l’eleganza aristocratica di Marchisio; la caz…imma di Vidal; la serenità razionale di Buffon.
Diritto:
La legge sempre invocata dei grandi numeri che vogliono una fine; la perfetta osmosi tra una squadra e una città; la fame famelica del lungo digiunatore; la volontà titanica di annegare nell’entusiasmo per non guardare all’altro che è desolazione; la capacità di farsi puro sentire; la mano sulla spalla che non si nega.
Rovescio:
L’appetito appena solleticato della Gran Signora; la razionalità dai toni grigi che in alcuni casi serve; il nuovo dello stadio che sembra cancellare gestione e scandali antichi; il potere dei forti; l’ossequio dei poveri.
Diritto e rovescio, come la notte e il mattino, come la magrezza e la pinguedine, come due città e due modi di vedere e amare le cose.
Carlo Lettera
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Articolo modificato 18 Ott 2012 - 15:18