Si è concluso due giorni fa il primo campionato professionistico di calcio dell’Afghanistan, etichettato per ragioni di marketing con un altisonante “Roshan Afghan Premier League 2012“. Il torneo si è disputato nell’arco di un mese circa, con 8 formazioni impegnate in 16 incontri. A spuntarla su tutte è stata la società del Toofan Harirod, vittoriosa per 2-1 sul Simorgh Alborz davanti a oltre cinquemila spettatori (di cui la metà donne) assiepati sugli spalti dell’AFF Stadium di Kabul.
La genesi di questa competizione, all’apparenza spartana e poco entusiasmante sotto il profilo dei contenuti tecnici, passa principalmente attraverso la voglia di riscatto sociale dopo anni di guerra civile deleteri per l’intero territorio. Il calcio sta diventando sempre più famoso (al pari del cricket, considerato lo sport nazionale); l’emittente televisiva Tolo TV ha così deciso di creare un reality show che, lungo una serie di provini e giudizi provenienti sia dal pubblico che dai membri tesserati, ha selezionato 18 ragazzi da inserire nelle squadre partecipanti al campionato. Il riscontro fenomenale, e i conseguenti sbocchi lavorativi, pongono questa iniziativa alla base di un processo di unità nazionale che, ora più che mai, non appare solo come un lontano miraggio.
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