La sfida delle sfide, quella contro i campioni d’Italia della Juventus, a casa loro in uno stadio inviolato dopo la triste notte di Pechino è finito in un triste sabato pomeriggio. Il Napoli esce dallo Juventus Stadium battuto per 2 – 0, un risultato che lascia davvero poco spazio alle parole e ai commenti.
Perdere allo Juventus Stadium non era impossibile o difficile, anzi: la Juventus nell’ultimo anno e più ha perso solo una volta, proprio contro il Napoli nella finale di Coppa Italia del 20 maggio all’Olimpico, e allo Juventu Stadium invece mai, anzi le ha vinte quasi tutte, quindi non c’è da sorprendersi o starci troppo a pensare perchè ci può stare.
Come rosa i bianconeri sembrano ancora almeno un passo avanti al Napoli e anche ciò depone a favore degli azzurri che infondo potevano, ma non erano obbligati a vincere, poichè l’impresa era tutto fuorché semplice.
Quello che non è piaciuto e ha mostrato qualche passo indietro del Napoli è stato l’atteggiamento e anche le scelte fatte nel corso della gara, e il colpevole di questo non può essere trovato che in Mazzarri.
L’allenatore del Napoli di nuovo vincente e divertente ha stavolta fallito proprio nella notte più attesa dai suoi sostenitori, non trasmettendo ai suoi la solita grinta vista in questi tre anni e mezzo e quella voglia di vincere e non si è dimostrato capace di porre davvero rimedio a quello che non andava nel corso dei 90 minuti, con un Napoli rimasto per tutta la gara troppo timoroso e poco propositivo, andando a fare quasi la gara di una squadra di piccolo calibro dalle basse aspettative, contenta di tornare da Torino con 1 punto.
Gli azzurri infatti hanno puntato un pò troppo su una strategia catenaccio e contropiede, con poca iniziativa e trama di gioco e molto preoccupati a contenere. Le cose sono andate bene per 7 0 – 75 minuti con una Juventus che aveva prodotto solamente 3 conclusioni pericolose, di cui due fuori. Il problema è che se la Juventus ne aveva fatte 3 su azione, 1 delle quali da dentro l’area, il Napoli non ne aveva prodotta nessuna, se non il calcio di punizione al limite delle leggi della fisica di Cavani, un pò troppo poco per mettere davvero paura alla vecchia signora.
Gli azzurri infatti non sono mai stati capaci di ripartire in velocità, costantemente frenati in ciò dalla retroguardia bianconera, e nemmeno di imbastire un’azione con Pandev e Maggio completamente fuori partita e Zuniga, Hamsik e Behrami troppo preoccupati di difendere e quasi mai propositivi.
Gli unici due lottatori che hanno dimostrato a sprazzi di voler vincere sono stati Cavani, autore delle due uniche conclusioni della gara, e quasi mai cercato dai compagni, e Inler vero guerriero in mezzo al campo.
La mentalità di chi si vuole porre come antiJuve e vuole puntare al tricolore non può essere certo questa, non si può andare a Torino a giocare come una squadra che vuole strappare il punto e ha paura di prenderle, anche perchè alla fine la Juventus quel qualcosa in più ce l’ha e se la inviti a cercare alla fine il gol lo trova, magari da un calcio piazzato.
Mazzarri non è riuscito a togliere ai suoi il timore reverenziale verso i campioni d’Italia e forse verso lo stadio e dargli la voglia di vincere e di giocarsela a viso aperto.
Il buon Walter inoltre non ha avuto il coraggio sufficiente di concedere qualche minuto in più ad Insigne, entrato ormai giù sul 2 – 0 a sette minuti dalla fine, e non se l’è sentita di togliere nessuno dei titolarissimi per inserire una delle seconde linee seppur difronte ad alcune prestazioni decisamente sotto tono, vedi Maggio e Pandev.
Forse in panchina non si hanno degli equivalenti realmente alla stesso livello dei titolari ma quando il titolare gioca forse peggio di quanto mai possa fare la riserva è il caso di tentare e di osare.
Per il Napoli e Mazzarri un piccolo ridimensionamento, che non cambia la forza e le potenzialità della squadra ne l’ottimo lavoro del tecnico toscano in questi anni, certo è che per puntare ad essere l’antiJuve, per provare a vincere il campionato allo Juventus Stadium si doveva avere più coraggio giocandosela a viso aperto e provando ad attaccare e rischiare qualche riserva quando gli 11 scesi dal primo minuto non si reggevano più in piedi