E’ sempre più lontano da Napoli il futuro di Eduardo Vargas. Non basta ciò che ha fatto finora, incluso i tre gol “devianti” contro l’Aik. Ci vuole ben altro, non solo i gol. E’ una questione di appartenenza ad un progetto, di amalgama in un gruppo di lavoro e, sinceramente, il cileno ci sembra un disadattato. Anche quando subentra per pochi minuti, si ha sempre la sensazone che sia ancora la prima volta che mette piede nella squadra di Mazzarri. Appartiene ancora ad un calcio acerbo, proiettato alla giocata minima, al “passaggino semplice” allo scatto minimo indispensabile, al contrasto blando e alla conclusione appena pericolosa.
No, non è quello che si chiedeva. Non è quello che ci si aspettava, e Vargas avrebbe dovuto fare un “full immersion” di tecnica e tattica “made in Italy” per sorprendere Mazzarri e convincerlo di poter puntare su di lui. Siamo lontani anni luce, soprattutto dopo l’ultima, snervante, prova ucraina, dove oltre a risultare impalpabile, si è avuta l’impressione che nemmeno lui fosse convinto di poter esprimere ciò che gli si chiede. Sirene torinesi si sarebbero fatte vive nelle ultime ore, sponda granata, per provare a rianimare un encefalogramma che, ad oggi, risulta quasi piatto, o perlomeno ai limiti della sopravvivenza.
Dall’edizi0ne odierna di Tuttosport, quitidiano che cura le news di Juve e Toro, la notizia sembra in fase avanzata, tant’è che si è anche parlato di eventuale comproprietà, oppure prestito oneroso con diritto di riscatto obbligatorio. Una delle certezze è che sarà davvero difficile riprendere i 12 milioni spesi a Gennaio, punto dolente dell’operazione Vargas e cruccio del presidente De Laurentiis che avrebbe spinto fino al limite per ravvivare le sorti partenopee del giocatore. Siamo agli sgoccioli di una storia, ed un ex tecnico azzurro, Giampiero Ventura, porebbe essere il fautore della rinascita di Edu.