Il marchio di fabbrica di Mazzarri si sa, da tanti anni è il 3-5-2. Due mediani d’interdizione ma bravi anche ad impostare e tanto gioco sulle fasce. Da Genova a Napoli il suo canovaccio tattico si è ripetuto fedelmente anche perchè il tecnico toscano ritrovò sotto il Vesuvio due elementi che riteneva imprescendibili in quella Samp che sfiorò la Champions e la Coppa Italia ai rigori con la Lazio: Hugo Campagnaro e Christian Maggio. I due, dopo tanti anni insieme, avevano ben imparato i meccanismi di gioco: riuscivano a proporsi e a difendere senza problemi e soprattutto attaccare con grande intesa e con tempi di sovrapposizioni importanti. Mazzarri dal suo arrivo a Napoli, oltre a fortificare un 3-5-2 che non aveva funzionato sotto la guida Donadoni, puntò tutto sull’accelerazione e la gran corsa di Maggio e sulle precise e mai banali giocate di Campagnaro. Addirittura in molte situazioni per non smontare quella catena di destra che tante sicurezze gli dava, a gara in corso optava per un 4-4-2 con Campagnaro terzino e Maggio 4 a destra nel centrocampo azzurro. Mai un 4-3-3 (solo in casi estremi), nè un 3-4-3 che permettesse di sfruttare le grandi capacità offensiva di Lavezzi, Pandev e Cavani contemporaneamente. Quest’anno invece il nuovo 3-5-2 voluto da Mazzarri con Hamsik più centrale a protezione di Inler e Behrami e la presenza di Insigne in campo ha dato lustro al nuovo credo del Napoli. La partita di ieri ne è la prova tangibile. Con squadra chiuse, come il Chievo appunto, la squadra sembra mostrare un 3-4-3 mascherato con Insigne larghissimo a sinistra e Hamsik e Pandev che a turno si allargano per ricevere palla e combinare insieme. E Maggio? Il laterale azzurro resta fenomenale nelle incursioni ma in caso di partita bloccata viene utilizzato più per dare ampiezza al gioco così da far muovere la difesa avversaria e metterla in difficoltà con un veloce giro palla che i centrali azzurri riescono a spostare velocemente sulla sinistra dove Insigne e Zuniga possono dare sul lato scoperto ampie dimostrazioni delle loro indiscusse qualità palla al piede. E’ dalla sinistra che il Napoli ha sfondato e creato problemi alla retroguardia veronese ieri sera dando velocità e ampiezza al proprio gioco e conservando le energie di Maggio e Campagnaro importanti nei ripiegamenti in caso di qualche contropiede avversario inatteso. Un po’ di pragmatismo tattico toscano è forse caduto dinanzi alla forza prorompente e alla grande fantasia dei suoi giocatori. Ma a Mazzarri auguriamo 1000 di queste vittorie e tatticismi e a Christian Maggio 1000 delle sue famose progressioni e di inchini sotto la curva.