I punti che dividono le formazioni in classifica,la linea del fuorigioco, la forma di un giocatore, le prestazioni più o meno convincenti, i miracoli in campo e le scelte dell’allenatore; i pochi secondi che dividono dalla firma di un contratto e i giorni dalla chiusura del mercato.. Il calcio è animato dalle distanze; sono i distacchi che lo rendono uno sport appassionante, sono le discordanze che uniscono i tifosi nella ricerca continua di passioni sempre più intense.
La partita Napoli-Chievo, disputata al San Paolo, nasce nel segno delle distanze:
La discrepanza tra il segnale satellitare e lo Stadio ha causato un momento di totale incertezza per gli abitanti di Fuorigrotta; le immagini si susseguono sullo schermo e i tifosi, attenti, con le finestre aperte (nonostante la temperatura si stia abbassando e la pioggia sia scesa, copiosa, in città), sentono l’urlo del San Paolo; convinti del gol. Io stesso, mi sono alzato e sono andato verso il televisore gridando al gol; nella convinzione che i rumori non ingannano. I pixel si muovono veloci e, con amarezza, scopro.. Scopriamo che, in realtà, l’ennesimo palo ci ha divisi, per distanza, dalla meritata gioia.
La gara è iniziata veramente con la botta da fuori area di Inler; un tiro che definisce il distacco tra il giusto riconoscimento per un campione (acquistato dal Napoli proprio per le sue capacità di colpitore da fuori area) e la solita esultanza strozzata.
Nonostante la sua buona volontà, lo stato di forma e la grande prestazione un altro tiro dello svizzero si spegne; parato dal portiere del Chievo: una distanza che, chiaramente, si frappone tra l’estro del giocatore del Napoli e la bravura di Sorrentino; portiere infallibile, un muro di cinta che sa come dare sicurezza ad un reparto difensivo molto statico ma dotato dal punto di vista fisico.
Una differenza meno evidente, che può essere colta soltanto attraverso una riflessione più approfondita, è quella tra le ambizioni della squadra di Corini e la realtà dei fatti: Il Chievo sa essere pericoloso giocando come organico (impensierendo il Napoli nel primo tempo con i tagli di Thereau e, nella fine del secondo, con l’ingresso dei titolari Pellissier e Moscardelli) ma non può colmare le lacune tecniche dei singoli.
Nel secondo tempo, intorno al nono minuto, l’uscita di De Sanctis fuori dall’area traccia la distanza tra il sangue freddo del portiere azzurro e l’infarto sfiorato dai tifosi; mentre il gol di Hamsik riavvicina gli appassionati di Fuorigrotta al San Paolo: questa volta l’urlo non è solo un’illusione.
Mazzarri ha ragione quando afferma che le sconfitte non possono cancellare il percorso che il Napoli ha intrapreso: bisogna pensare positivo; c’è una distanza da colmare! Tre punti in classifica; quelli che ci dividono dalla Juventus.
Gianmarco Cerotto
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Articolo modificato 6 Nov 2012 - 03:33