Per tutti, il recupero di Cavani appare scontato, visto il genere di accidenti fisico. Ma lo era anche ieri, quando De Nicola, il medico della squadra, era quasi sicuro di averlo recuperato a tempo di record. Il punto è che la storia del forfait dell’uruguaiano si tinge di giallo perché troppo nebulosi appaiono i tempi di recupero. Né il club né lo stesso medico fanno drammi sull’entità dell’infortunio muscolare del bomber. Tutti s’affrettano a ridimensionare ma i tempi del rientro si allungano e si restringono di colpo, suscitando la contrarietà dello stesso Mazzarri. Dall’infermeria azzurra, intanto, la conferma che lo stop di Cavani non è nulla di grave, la certezza che non si tratti di niente altro di un affaticamento muscolare, peraltro confermato da una risonanza magnetica. Nessuna contrattura, dunque, né nulla di peggiore. La diagnosi sembra chiara. Esclusa anche l’ipotesi, pure ventilata per qualche ora, di una pubalgia. E allora il punto è: perché Cavani, non proprio un campione pauroso o poco generoso, non se l’è sentita di far parte della comitiva del Napoli che ha affrontato il turno infrasettimanale?
Per Cavani, che ha sostenuto sedute di massaggi, ha fatto un po’ di corsa lenta e palestra nel quartier genearale di Castelvolturno, è stata una notte color inchiostro. Cavani, come spiegano quelli del suo staff, non è uno che si spaventa al minimo dolore di un muscolo. Il Matador non è preoccupato ma qualche ansia se la porta addosso. Si è infortunato solo due volte e sempre in gare ufficiali ma i suoi stop sono durati solo una gara. Quella “punturina” che avverte ogni volta che prova a zigzagare, dunque, gli pone degli interrogativi seri. Insomma, Cavani qualche timore lo ha. E non vuole correre rischi. Lo staff sanitario conta di rimetterlo a disposizione di Mazzarri al massimo in due giorni.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 1 Nov 2012 - 10:00