Ottobre nero, per tre gare il Napoli non è riuscito ad andare in gol. Ma da ieri è novembre…

In un mese quattro sconfitte in sei gare: mai accaduto nell’era Mazzarri. Otto reti subite, quattro realizzate. E’ finito però è stato duro: un mese a masticare amaro, veleno sparso qua e là, cosa è successo? Sei gare una dietro l’altra, aerei che partono e atterrano, vigilie che quasi si incrociano con il post-partita precedente e dentro quell’ottobre azzurro, pardon nero, le tracce di una crisetta di risultati che tra campionato ed Europa-League ha colpito il Napoli.

Dieci gol in tre gare a settembre. All’inizio sembrava invincibile: una macchina da guerra perfetta, che va a Palermo e ne fa tre, che in casa batte la Fiorentina e schiaccia il Parma. Una valanga sembra stia per sommergere il campionato. Poi arriva lo stop, brusco e bruciante, tre reti prese senza colpo ferire a Eindhoven contro il Psv: e però quella è Europa League, come se fosse un altro Napoli. E’ la spia che si accende al Philips Stadion, che poi si rispegne appena tre giorni dopo perché il balsamo è il campionato è il 2-1 con l’Udinese rimette l’umore a posto.

Il tranello, comunque, è nel calendario, che stavolta nell’infrasettimanale ha sistemato una nuova trasferta, stavolta in Ucraina, in casa della Dnipro: al primo pallone in area di rigore, su punizione laterale, è 1-0, ed è la conferma che il malessere sulle palle inattive, appena rivelato di nuovo all’Olimpico di Torino, sta tornando. Finisce 3-1, con un inevitabile carico di tensione, con lo stress da prestazione del Napoli-2 coinvolge anche il Napoli-1, perché quelle non sono due entità separate.

Bergamo è cronaca, è attualità, è un tiraccio di Carmona che pesca il gol della vita: palla nell’angolino lontano dove neppure De Sanctis, ch’è un gigante, riesce ad arrivare stendendosi tutto. E’ la quarta sconfitta subita in sei gare, è un handicap che manifesta un momento negativo, sfavorevole o anche inespressivo, e sono numeri che per la prima volta si affacciano nell’era Mazzarri: otto gol subiti e appena quattro segnati, il San Paolo è un amico ma le trasferte diventano un tabù, perché l’unica rete lontana da Fuorigrotta la pesca Cavani dal dischetto contro la Dnipro.

E’ anche una congiunzione astrale particolarissima: i legni non sono degli amici, si oppongono in momenti che si potrebbero definire chiave e che però poi finiscono per scomparire al cospetto del risultato. Ma Cavani colpisce il montante su una punizione di rara bellezza contro la Juventus, quando si era ancora sullo 0-0; e sempre el Matador, in Ucraina, pesca un altro palo che potrebbe riaprire il match o perlomeno indorare la pillola. E’ una teoria pure questa, e ci sta, però con i se e con i ma… Ottobre resta nero, quasi nerissimo, perché a Bergamo poi, quasi come se il destino volesse prendersi beffa, il colpo di testa di Maggio, al novantatreesimo, finisce ad un centimetro dall’angolo basso di Consigli.

Fonte: Corriere dello Sport

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