Bellissimo gesto da parte del capitano dell’Udinese Antonio Di Natale. Totò, calcisticamente friuliano, ma napoletano di nascita, nel corso dell’ultima partita della sua Udinese contro il Catania, dopo aver realizzato un gol su rigore è corso sotto la curva con il dito alzato come se volesse zittire qualcuno, poi il gesto come a voler dire: “State calmi”, ed infine l’indice ad indicare il logo sulla propria maglia. Quel qualcuno zittito da Totò è risultata essere poi la curva friuliana, che sistematicamente ogni domenica intona cori razzisti nei confronti di Napoli e del Napoli, cosa che un napoletano “verace” come Di Natale non è riuscito a sopportare oltre i limiti, ma da vero signore non ha fatto partire dichiarazioni che potevano nuocere alla piazza, bensì ha deciso di incontrare i responsabili del tifo friuliano per chiarire la situazione. Ecco quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”: “Il re è arrabbiato con i suoi sudditi. Totò Di Natale si è stancato di sentire partire sistematicamente dalla curva Nord cori contro Napoli e i napoletani. Il capitano dell’Udinese, partenopeo purosangue, non ha preso posizione pubblicamente,ma dopo il gol realizzato su rigore contro il Catania ha esultato in maniera polemica: prima l’indice portato alla bocca per zittire qualcuno, poi un gesto a chiedere di stare calmi, quindi l’indice a indicare il logo del club sulla maglia. Friulano acquisito Un gesto coraggioso e apprezzabile quello di Totò che, forte di quello che ha fatto per l’Udinese e anche dell’aver rifiutato i trasferimenti a Napoli, Juventus e Milan. Una scelta che, assieme alla valanga di gol realizzati (siamo a quota 141 senza prendere in considerazione le Coppe) lo ha fatto diventare un idolo assoluto di Udine e un friulano acquisito. Di Natale ha voluto esprimere il suo malcontento per quel coro («noi non siamo napoletani»). Totò non vuole rilasciare dichiarazioni sull’argomento ma il suo pensiero in sintesi è questo: passi per gli sfottò quando c’è lo scontro diretto, passi per l’esultanza per un gol dell’Atalanta, ma basta così. Del resto lui non ha mai rinnegato le sue origini. Da bambino faceva il tifo per Maradona e ancora oggi è un tifoso azzurro: che poi nelle ultime tre partite al Friuli abbia segnato 7 gol al Napoli questo significa semplicemente che fa il suo dovere. Incontro Ieri sera il capitano ha avuto un incontro con alcuni rappresentanti della curva. Voleva chiarire di persona e spiegare le sue ragioni e il suo stato d’animo. Ci è rimasto male e non lo ha nascosto. In compenso sta meglio la caviglia colpita mercoledì dalla tacchettata di un avversario. Dopo i 180’ tirati con Roma e Catania, però, a Bologna dovrebbe partire dalla panchina”.
Articolo modificato 3 Nov 2012 - 14:10