Dopo Torino il blocco, il buio. La sconfitta con la Juventus ha dato il via al primo momento difficile della stagione. Il Napoli arrivò carico a mille allo scontro diretto dello “Juventus Stadium”. Era primo in classifica con i bianconeri, aveva vinto tutte le partite e pareggiato solo a Catania. Quel ko è stato un brutto colpo a livello psicologico, come fu quello dell’anno scorso a Londra contro il Chelsea. Anche a febbraio scorso gli azzurri dopo la vittoria per 3-1 all’andata al San Paolo arrivarono allo “Stamford Bridge” con grandi convinzioni: persero 4-1 e entrarono in una fase nera.
Ritrovare al più presto fiducia, entusiasmo e convinzioni, sbloccarsi psicologicamente, in questo caso c’è un solo modo: la vittoria. Ecco che in tal senso quella contro il Dnipro diventa a questo punto una partita fondamentale non solo per proseguire il cammino in Europa ma anche per riprendere fiducia in campionato. Già, perché tra campionato ed Europa League il Napoli ha perso quattro delle ultime sei partite e pareggiato con il Torino. Cioè ha vinto solo una volta contro il Chievo Verona, tra l’altro soffrendo nel finale.
Poca brillantezza. Gli azzurri stanno cominciando a pagare gli impegni ravvicinati, anche se Mazzarri ha operato un turnover quasi totale nei precedenti match europei. Alcuni uomini chiave non sono in forma, soprattutto i nazionali, emblematici i casi di Maggio e Pandev. L’azzurro di Prandelli non è quello dell’anno scorso, a Bergamo aveva dato segnali di miglioramento e vitalità nella ripresa, contro il Torino è riapparso sotto tono come in diverse partite di questo campionato. Stesso discorso per Pandev. Dopo aver saltato le prime due gare per squalifica contro Palermo e Fiorentina, rientrò e fu decisivo contro il Parma. Poi è cominciata la sua involuzione, un rendimento al di sotto delle aspettative.
Cavani dipendente. Se non segna il Matador sono guai seri. A parte Hamsik non ci sono altri azzurri che danno l’impressione di riuscire a far veramente male agli avversari. Due gol Pandev e uno Insigne, misero il contributo degli altri attaccanti. E minimo il contributo degli altri, centrocampisti, esterni e difensori. Ci sono soluzioni che portano al tiro i centrali di centrocampo ma di gol ne è arrivato uno solo. Stesso discorso per gli esterni: Maggio, sia di piede che di testa, ha avuto diverse chanches di far gol ma ha segnato solo una rete, quella nella partita di esordio a Palermo. E soprattutto sui calci d’angolo e i piazzati non arrivano i gol dei difensori che salgono a colpire di testa. Uno specialista in tal senso si può considerare Britos, finito fuori per infortunio dopo due partite. Gli altri difensori non hanno queste caratteristiche, cioè i tempi giusti per andare a colpire da testa sulle situazioni da palla inattiva.
Infortuni. Le assenze di giocatori determinanti come Cavani e come lo è Zuniga si sono fatte sentire. Il Matador è insostituibile, un trascinatore e non solo un goleador, il colombiano a sinistra ormai è una certezza anche perché il suo sostituto naturale, Dossena, vive un momento di grandissima difficoltà. La qualità delle alternative. Quest’anno nelle intenzioni sono stati costruiti due Napoli, uno per il campionato e un altro per l’Europa League. Il secondo Napoli non si è rivelato all’altezza contro Psv e Dnipro. Troppa differenza tra i titolari e le alternative, la qualità della rosa complessiva non è quella di Juve e Inter. Non solo i giovani ma anche gli esperti come Rosati, Aronica e Dossena non hanno fornito risposte convincenti. Il vice Matador Vargas ha fallito. Pandev e Insigne sono secondo punte. In organico manca un vice Cavani. A gennaio urge correre ai ripari. E non sarà l’unica pedina da coprire.
Fonte: Il Mattino