Ogni anno, sia in casa che a Genova, è una goduria assistere a questa partita. Il tifo, sembra quello più vero e scatenato che mai. Le due tifoserie spingono la squadra durante l’intera partita. Si fischia, si protesta contro l’arbitro, si urla contro l’avversario. Ma con rispetto.
Genoa-Napoli dovrebbe essere trasmessa negli spot televisivi contro il razzismo, quelli che fanno della parola “Respect” il loro motto. È uno spettacolo senza sosta, una partita così. Due metri, due sediolini che separano le gioie più genuine di un evento sportivo: il gol e la disperazione, la felicità e l’amarezza. Il miracolo sportivo di Marassi (e del San Paolo) racchiude i valori per cui vale la pena ancora seguire questo sport.
Niente cori razzisti, niente “buu”, niente cordoni di protezione, niente gabbie, niente lanci di oggetti pericolosi, niente sfottò che sfociano nell’offesa più orrenda. Niente multe, niente eserciti di poliziotti allo stadio, niente imprecazioni contro Morosini, niente ordinanze del prefetto, niente gare a porte chiuse. Niente di niente. Solo lo sport, e il rispetto.
Genoa-Napoli rimarrà nella storia, al di là del risultato. E se molti non parleranno degli abbracci tra i tifosi, se tanti ignoreranno quello che è successo a Marassi, nascondendolo dietro un semplice “gemellaggio”, noi lo ricorderemo come un pomeriggio di ordinaria follia, nel paradosso del calcio italiano.
Grazie ragazzi. Grazie tifosi. Siete il nostro lato più bello. Siete il nostro orgoglio. E di fronte all’Italia intera avete dimostrato di cosa siete capaci. È per partite come queste che vale la pena continuare a seguirvi. Davanti a voi mi inchino, e applaudo.
Raffaele Nappi
La foto è tratta dal sito del “Corriere dello Sport”
Articolo modificato 12 Nov 2012 - 09:02