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A Marassi, il Destino che ridà quanto tolto col Torino. Con Mesto ride solo il Napoli: la legge dell’ex colpisce ancora

Il Napoli finalmente rivede la luce in campionato, dopo averla smarrita sullo sciagurato retropassaggio di Aronica, e lo fa in modo spettacolare, ritrovando gioco, condizione e gol su azione, che in trasferta mancavano dal mese di Agosto, un pò troppo per una squadra che può avvalersi di attaccanti come Cavani, Pandev, Insigne ed Hamsik. Ben quattro reti a Marassi, campo già espugnato nella sua versione blucerchiata qualche settimana fa ed una classifica che adesso è più sorridente al Napoli, anche sela Juventus, a passeggio a Pescara, dista comunque cinque lunghezze, ma almeno sono stati presi tre punti all’Inter, sconfitta a Bergamo nel posticipo.

 

TATTICAMENTE PARLANDO – Il Napoli è sceso in campo con il solito modulo, con Hamsik però più avanzato sulla linea dei trequartisti che non nella canonica posizione di mezz’ala sinistra, a dare man forte all’azione di Pandev, nel supporto a Cavani. Se, da un lato, con questa variante il Napoli riusciva a portare delle serie minacce alla difesa genoana, dall’altro il centrocampo azzurro soffriva oltremodo l’azione di Kucka e Toszer che, in alcuni tratti, davano l’impressione di spadroneggiare fin troppo libertinamente nella zona nevralgica, approfittando anche di una giornata a marce basse di Dzemaili e soprattutto Behrami.
Se soffre il centrocampo azzurro, a maggior ragione la difesa, che va in bambola come nell’azione dei gol di Bertolacci ed Immobile. La storia cambia quando Mazzarri decide di buttare nella mischia Insigne (al posto dell’infortunato Pandev), ma soprattutto Mesto al posto di uno spento Campagnaro e passando ad una difesa  a quattro più equilibrata e meno esposta agli attacchi del Genoa (anche se il raddoppio giunge in concomitanza di questa variazione) ed Inler al posto di Behrami, garantendo quella freschezza atletica di cui c’era un gran bisogno. Da quel momento è un altro Napoli, capace di segnare quattro reti ( Mesto, Cavani, Hamsik, Insigne) e di sfiorane altrettante e non è un caso che ciò sia avvenuto quando è ritornato a buoni livelli il gioco sugli esterni. Mesto da un lato, infatti, ed anche Dossena (anche per lui una prova dignitosa) hanno proposto per altri spunti di manovra, altrimenti imperniati sul solo Cavani che, per quanto generoso e fenomenale sotto rete, non può farsi carico dell’attacco del Napoli in ogni circostanza. Bene così dunque, e bravo e per certi versi fortunato Mazzarri nelle scelte, che però adesso dovrebbe rivedere le gerarchie per quanto riguarda qualche “titolarissimo” che adesso dovrebbe rifiatare.

 

CHI SALE – Sicuramente Mesto è stata una splendida sorpresa. Sarà stata la carica agonistica nel dover giocare la prima da ex, proprio nel suo vecchio stadio, ma il laterale è stata sicuramente la chiave per scardinare la difesa dei grifoni. Già buone sensazioni aveva destato controla Dnipro, forse una maglia da titolare l’avrebbe meritata. Buone notizie anche da Inler; entrato in campo ha fatto sentire il suo peso e la sua presenza in mezzo al centrocampo del Napoli che aveva bisogno di ossigeno e fosforo per recuperare lo svantaggio. Anche lo svizzero, come Insigne e Mesto si è rivelato un innesto vincente. Ottime cose dal reparto offensivo, dove il tridente andato in scena a Marassi nella ripresa, è andato a segno per intero nell’arco di venti minuti. Di Cavani è inutile parlare, così come Hamsik, giocatore davvero unico nel suo modo di giocare, atipico e letale. Insigne ha invece dato sfoggio del talento per cui era universalmente riconosciuto, sfornando giocate deliziose in una partita coronata dal meritatissimo gol, un misto di lucidità. Freddezza, precisione e concretezza. Speriamo mantenga certi livelli.

 

CHI SCENDE – Purtroppo, che si giochi a tre o a quattro fa poca differenza; la difesa quando non viene debitamente assistita dal centrocampo va in netta difficoltà. Difficoltà che poi si moltiplicano quando alcuni elementi del reparto non attraversano momenti di forma smagliante. De Sanctis, ad esempio, non sembra essere quello di un tempo. Salva il risultato nel primo tempo su Bertolacci, è vero, ma non trasmette più la sicurezza di un tempo, tentennando su palloni che dovrebbero essere di sua pertinenza. Sull’out di destra il binomio Campagnaro – Maggio ha fatto disastri, costringendo il mister ad una sostituzione che difficilmente rientra nelle sue corde, rinunciando all’italo-argentino ed inserendo Mesto, scelta che poi si rivelata decisiva. Il laterale vicentino, invece di una fiducia illimitata, nonostante le sue prestazioni siano davvero lontane da uno standard almeno sufficiente. Chissà se contro il Milan, con un Mesto così e con un Maggio, purtroppo così, Mazzarri prenderà in considerazione uno stravolgimento di ruoli. Maluccio Behrami, incappato in una giornata storta, culminata dall’ammonizione che gli farà saltare il big match del San Paolo di sabato sera contro il Milan. Ci può stare, per un calciatore abituato a dare l’anima in campo, di staccare la spina per una gara. Pandev, purtroppo, la spina l’ha staccata da un bel pezzo, e come se non bastasse, ieri ha lasciato il campo zoppicando. Il macedone è un elemento importante per il gioco d’attacco azzurro, ma a condizione di essere al 100%, in caso contrario, risulta essere un corpo estraneo alla squadra facendo fatica, ieri come in altre partite, a trovare la posizione giusta per far male. Speriamo che non sia nulla di serio ed auguriamoci di ritrovare il Pandev che tutti abbiamo imparato ad apprezzare.

 

LA SETTIMANA D’ORO DI CAVANI – Si chiude la settimana d’oro di Edinson Cavani, che in tre partite ha realizzato la bellezza di sei reti, quattro controla Dnipro e due in campionato. El Matador è indiscutibilmente il giocatore più forte e carismatico di cui questa squadra può disporre. L’uruguaiano è un leader silenzioso, un giocatore che contagia i compagni di squadra trasmettendogli la sua stessa voglia e fame di vittoria. Anche ieri, come in altre partite, lo si vede spazzare via la propria area come un ottimo difensore, per poi vederlo una manciata di secondi dopo, a far male nell’area avversaria. Da questo punto di vista, non ce ne vogliano Messi e Cristiano Ronaldo, el Matador è semplicemente unico. Il non comparire nella lista dei candidati alla vittoria del Pallone d’Oro – FIFA World Player fa abbastanza sorridere, ma il valore di quest’attaccante non va misurato con i trofei, ma se questo dovesse servire a trattenere il Matador a Napoli ancora qualche anno, meglio così. Nel frattempo, godiamoci le sue prodezze, come quella di Marassi, dove scatta sul filo del fuorigioco, si libera elegantemente Frey e deposita dolcemente nella rete sguarnita. Lucidità e freddezza in un gol che potrebbe sembrare apparentemente facile, ma che in realtà non lo è.

 

MAZZARRI – Fortunato ieri come fu sfortunato (nelle scelte) contro il Torino. Laddove ci fu un Aronica che, dopo tre minuti dal suo ingresso in campo, tolse due punti al Napoli con quella leggerezza, ieri c’è stato Mesto, a cui è bastato lo stesso minutaggio per gonfiare la rete; nel calcio, come nella vita, il Destino prima ti toglie e poi ti ridà indietro, una sorta di “lezione”divina da cui il mister, si spera, possa prendere appunti per la partita contro il Milan, un incontro delicato per entrambe le squadre per differenti motivazioni. Una partita al cardiopalmo, come quello che il Mister stava rischiando di far venire ai suoi tifosi, quando ha posto la mano sul cuore, al momento del gol di Hamsik; nessun problema, per fortuna, ma solo un differente modo di esultare al termine di una partita che avrebbe messo a dura prova il cuore di chiunque.

 

LA CLASSIFICA – Una vittoria fondamentale, quella del Ferraris, che permette al Napoli di tenerela Juve nel mirino, guadagnarne tre all’Inter, ma soprattutto tenere a bada Fiorentina e Lazio autrici di vittorie davvero importanti contro Milan e Roma. La squadra di Montella inizia a fare sul serio e lo dimostra il fatto di aver sbancato San Siro nonostante l’assenza di Jovetic. Idem per la squadra di Petkovic, vittoriosa nel derby-pantano dell’Olimpico contro la difesa colabrodo di Zeman. Due squadre che stanno viaggiando col vento il poppa, mentre il Napoli sta dando cenni di vitalità dopo qualche settimana in chiaroscuro. Adesso c’è il Milan, dove Allegri si giocherà la panchina in caso di sconfitta al San Paolo; partita dura ma se l’attacco gira, sarà dura per i rossoneri.

 

Articolo modificato 12 Nov 2012 - 13:43