1, 84 cm per 71 kg, 28 anni da compiere il prossimo 19 aprile, capelli mesciati e pettinatura in perfetto stile Napoli, così come i molteplici tatuaggi che ornano il corpo dello svizzero di origine kosovara entrato fin da subito nelle grazie dei tifosi, a suon di prestazioni condite di grinta e combattività, così come altrettanto abile si è rivelato nel conquistare il cuore delle tifose azzurre.
Valon Behrami, proprio lui, il nuovo leader del centrocampo azzurro, chiamato alle pendici del Vesuvio, l’estate scorsa, per raccogliere l’eredità di Walter Gargano, con il quale, in verità, la piazza e gli addetti ai lavori, hanno sempre avuto un rapporto di amore ed odio.
Ragion per cui, le dichiarazioni al veleno rilasciate dall’uruguaiano, unitamente alla caparbia e cruenta tempra che esalta e contraddistingue ogni prestazione di Valon, hanno consentito allo svizzero di conquistare “l’Olimpo degli dei” ed accedervi dalla porta principale.
Valon piace, quindi, soprattutto per l’instancabile ed arcigna grinta che è capace di sviscerare in campo ed in pochi sanno che fin da quando ha compiuto i primi passi ha indossato l’armatura da guerriero.
Behrami è nato a Titova Mitrovica, cittadina dell’allora Jugoslavia, da una famiglia kosovara-albanese, la quale, in seguito, si stabilì a Stabio, in Svizzera, paese del quale il piccolo Valon divenne cittadino.
Durante le devastanti guerre jugoslave, la famiglia Behrami rimase in Svizzera, perché la società atletica di Ligornetto, presso cui Valon era iscritto, contribuì a raccogliere un numero sufficiente di firme utili a convincere le autorità a lasciare che quello fosse il posto destinato ad accogliere la crescita umana e calcistica di quello che oggi è diventato uno dei capisaldi della stessa nazionale svizzera.
Dopo il gol segnato alla Turchia nello spareggio decisivo per l’accesso ai campionati del mondo del 2006 Valon è diventato una sorta di eroe nazionale.
Il suo vigore, quella rabbia convertita in fame di vittoria e sana combattività, unita alla sua possente fisicità, fanno di Valon quel macigno duro da abbattere per qualunque avversario, ma la sensibilità del suo animo, al contempo, lo rende il compagno di squadra ideale.
Infatti, lo svizzero si è subito ambientato nello spogliatoio partenopeo, comprendendone e sposando ideali ed abitudini, così come dimostra la foto apparsa di recente sul web, che lo immortala sofferente, mentre si lascia scolpire un uccello azzurro sul braccio sinistro, affiancato dai cultori per eccellenza dei tatoo dello spogliatoio partenopeo: Marek Hamsik e Paolo Cannavaro.
Ma Valon è anche l’affettuoso ed amorevole padre di Sofia e il premuroso marito dell’ex “schedina” Elena Bonzanni.
Valon è altresì un ragazzo “normale“, che nutre una gran passione per le scarpe, solare, energico, che ama divertirsi e godere dei piaceri della vita, con l’allegro sorriso prontamente stampato sulle labbra, fuori dal rettangolo verde, ma sempre pronto a ruggire quando indossa i panni del guerriero.
Insomma, tutto lascia concludere che le supporter azzurre, hanno l’occhio lungo e che nel caso di Valon ci hanno visto più che bene.
Luciana Esposito
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