Largo ai giovani, testa a testa tra Insigne ed El Shaarawy

I giovani talenti del calcio italiano, presente e futuro del gioco più bello del mondo. Se coccolare il proprio vivaio prima era un lusso di pochi, attualmente è diventata quasi una necessità. Con la forte crisi economica che ha colpito anche i presidenti dei team più blasonati dello stivale, è ormai un obbligo guardarsi intorno per scovare i futuri talenti che possono fare la differenza in un campionato ostico e difficile come il nostro, senza spingersi oltre oceano per i nuovi fenomeni. Ben lo sanno Milan e Napoli che, con gli addii di attaccanti importanti come Cassano e Lavezzi, hanno deciso di dare la massima fiducia a due giovani davvero promettenti, dalle storie diverse ma con diversi punti in comune, Stephan El Shaarawy e Lorenzo Insigne, rivali anche sabato sera al San Paolo, nello spettacolare big match Napoli-Milan.

IL FARAONE ROSSONERO. Stephan El Shaarawy, nato a Savona nel 1992, è la punta di diamante del Milan e della Nazionale italiana, dove è stato tra i protagonisti dell’ultima amichevole contro la Francia. Vero e proprio jolly potendo ricoprire più ruoli tra i quali l’esterno mancino, trequartista e seconda punta, è cresciuto nel settore giovanile del Genoa esordendo in serie A il 21 dicembre 2008 contro il Chievo Verona in trasferta, conquistando la palma del più giovane esordiente nella massima serie a soli 16 anni. Sin dalle prime uscite con i rossoblù si notava il suo grande carattere e l’ottima tecnica ma nonostante ciò, la società ha preferito non bruciare i tempi, lasciandolo in forza alla Primavera con la quale ha vinto tutto, Campionato, Coppa Italia e Supercoppa. Nel 2010 va in prestito al Padova dove, nonostante l’ottima stagione in serie B, si ferma svariati mesi a causa di un infortunio, definendo intanto la sua compartecipazione dal Genoa al Milan. Verrà premiato come miglior giocatore della serie B e proprio nel 2011 passerà al club rossonero, esordendo proprio contro il Napoli al San Paolo il 18 settembre, gara persa per 3-1. Da questo momento in poi, la sua carriera sarà in discesa, giocando persino Champions League e Coppa Italia. La scorsa estate Allegri ha insistito per l’acquisto a titolo definitivo del giocatore fino al 2017, facendolo diventare un attaccante inamovibile del suo undici titolare. Sta convincendo davvero tutti a suon di reti: ben otto quelle siglate in campionato fino ad ora, le stesse di Edinson Cavani ed Erik Lamela. Bellissime prestazioni le sue, così come quelle in forza alla Nazionale italiana, dove ha esordito a soli 19 anni. Una carriera bellissima, fatta di soddisfazioni e tanta umiltà, la stessa del suo prossimo avversario Lorenzo Insigne.

LORENZINHO, SCUGNIZZO PARTENOPEO. La storia di Lorenzo Insigne assomiglia più ad una favola, come quelle che spesso contraddistinguono le carriere dei fuoriclasse italiani. Nato a Frattamaggiore nel 1991, è anche lui punto inamovibile della sua squadra nonostante il costante ballottaggio con un veterano come Goran Pandev e stella dell’Under 21, preferita alla Nazionale maggiore d’accordo con i due allenatori, per l’apporto che ancora può dare all’undici di mister Mangia. Così come El Shaarawy, può ricoprire più ruoli offensivi, dal trequartista all’esterno mancino. Le sue migliori caratteristiche sono il dribbling ubriacante, l’uno contro uno, la velocità, la fantasia, il tiro dalla distanza e la precisione dei cross. Cresciuto nelle giovanili del Napoli e giocatore simbolo della Primavera, esordisce con Donadoni in prima squadra nel 2010 soltanto per metà stagione, dove viene ceduto alla Cavese in serie C1 per maturare e giocare di più. L’anno seguente verrà ceduto in prestito al Foggia nella medesima categoria, dove collezionerà 33 presenze e ben 19 reti. L’attaccante sta per esplodere ma è ancora troppo presto per un grande palcoscenico: verrà ancora girato in prestito, questa volta al Pescara in serie B, che sarà per lui la vera consacrazione. Diciotto reti e quattordici assist per il giovane talento, conquistando una bellissima promozione in serie A con i biancoazzurri. Terminato il prestito, Mazzarri, Bigon e De Laurentiis decidono che è arrivato il momento giusto per coinvolgerlo a tempo pieno nel progetto azzurro: lo staff sotto l’ombra del Vesuvio infatti, lo ha subito consacrato il degno erede di Ezequiel Lavezzi anche se non sarebbe stato facile prendere il suo posto non solo sul campo ma soprattutto nel cuore dei tifosi, in una piazza esigente come quella partenopea, al vero esordio poi in serie A. Sono bastate però solo le amichevoli estive nel ritiro di Dimaro per capire che tipo di giocatore è: inneggiato dal primo momento dai tifosi per il suo attaccamento alla maglia della sua città e squadra del cuore, ha incantato tutti con prestazioni davvero al top, convincendo tifosi ed addetti ai lavori con assist e reti stupende da vero fuoriclasse. Nonostante ciò, non si è mai montato la testa, palesando umiltà e semplicità fuori dal comune considerando la sua giovane età. Un jolly davvero importante per il presente ed l futuro del Napoli, che non vorrà sicuramente privarsene.

Una sfida bellissima quindi, quella che si prospetta sabato al San Paolo tra questi due giovani campioni, forti di un’unica certezza: a prescindere da chi scenderà in campo o chi gonfierà più volte la rete, a vincere sarà il calcio italiano che a voce alta, può vantarsi di avere tra le proprie fila due giocatori davvero speciali e d’altri tempi, dal futuro tutto da scoprire.

Alessia Bartiromo

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