Ritorno al passato per Beppe Incocciati che, sulle pagine del quotidiano “Il Corriere dello Sport” ha rilasciato un’intervista dove ha evidenziato alcuni aspetti importanti in vista del match clou di questa giornata, ovvero Napoli-Milan, lo scontro nord-sud per antonomasia, e lui, Beppe, conosce bene entrambi gli ambienti per poter riconoscere pregi e difetti di due delle piazze più importanti d’Italia (per sei anni al Milan, una sola stagione a Napoli, dove ha giocato con Diego).
Sentimenti a parte, caro signor Beppe, come se l’immagina la partita di stasera?
«Come sarà, come potrà essere, lo dice il campionato. Lo racconta la classifica che è lo specchio del momento delle due squadre e dei due club. Il Napoli è chiaro, è favorito. Meritatamente favorito: è da anni, infatti, che porta avanti un progetto di miglioramento e di buon calcio arricchito dalla presenza di campioni straordinari».
Anche se?
«Anche se ogni volta che è chiamato ad un vero esame di maturità mi sembra che perda qualche colpo. Che gli manchi sempre qualcosa per essere considerata veramente, definitivamente forte».
Beh, non è proprio un complimento.
«Non è vero. Il Napoli mi piace: ha forza, gioco, disciplina tattica e grande volontà. Però non lo trovo ancora maturo al punto giusto per un grandissimo successo. Debbo spiegarmi meglio?»
Forse è il caso.
«Bene: credo che al Napoli manchi ancora la capacità di gestire sino in fondo le emozioni che danno i grandi appuntamenti. Sembra nulla, eppure è assai importante. Anzi, nei momenti decisivi è proprio questo che fa la differenza».
E allora?
«E allora, quando saprà gestire pure questo, e manca poco, il Napoli potrà considerarsi veramente in prima fila in Italia e anche in Europa».
Ne ha pure per il Milan?
«Il Milan paga la rivoluzione estiva, il cambiamento radicale e, soprattutto, l’assenza di quella qualità alla quale era abituato. Insomma, il Milan non è più quello di una volta e avrà bisogno di tempo per tornare a quei livelli».
Però? Non c’è un però pure stavolta?
«Certo che c’è. Nonostante i problemi che si porterà dietro anche stasera sul prato del San Paolo, l’orgoglio rossonero resta intatto. Quindi, al mio vecchio Napoli consiglio di tenere la tensione sempre alta. Guai a pensare che il Milan sia un avversario comodo. Forse addirittura il più comodo che c’è. Questo, sì, sarebbe un grave errore. Invece, contro un Napoli concentrato, rapido, veloce, il povero Milan di oggi non avrebbe scampo».
Il che vuol dire che per Allegri potrebbe essere un sabato assai pericoloso.
«E’ il destino di noi allenatori legare le nostre fortune ai risultati. Quindi, non scopro proprio nulla se dico che una eventuale brutta sconfitta a Napoli costringerebbe la proprietà del Milan a qualche nuova riflessione. Per Allegri mi auguro di no, ma chiunque scelga per mestiere la panchina sa bene come vanno le cose in questo mondo».
Cavani-El Shaarawy: sarà il duello a distanza degli uomini gol a decidere la gara?
«Può darsi. Ma l’accostamento tra il ragazzo del Milan e il campione del Napoli lo trovo molto improprio. Cavani oggi appartiene a un altro calcio. Il paragone non esiste. Anche perché Cavani è il fantastico terminale di un gioco di squadra. Per semplificare, si potrebbe dire che il Napoli gioca per El Matador, mentre per El Shaarawy è giusto il contrario: è lui che deve giocare per la squadra e fare pure gol».
Insomma, nessun paragone o parallelo.
«Se proprio vogliamo farne uno, allora mettiamo a confronto due giovani: il milanista e Insigne. Mi sembra più appropriato. Cosa penso? Penso che il rossonero potrà diventare uno dei campioni di domani e che Insigne è uno di quei calciatori che con il suo talento, i suoi dribbling ed i suoi gol può far impazzire i napoletani».