I NUMERI – Del resto, finora è stato scarso anche l’impiego, l’utilizzo dell’attaccante di Renca: 24 presenze tra campionato e coppe sin da quando ha messo piede in Italia. Una in più dei suoi
anni di età: troppo poco per un giovane che avrebbe dovuto spaccare il mondo. Come i gol: 3, e tutti nella partita d’andata con l’Aik al San Paolo. Poi, nada mas. Nulla più: mai, neanche prima nelle amichevoli del precampionato che, quasi come un presagio, indussero Mazzarri a chiedere l’acquisto di un attaccante più pronto per le esigenze della squadra.«Vedremo alla fine della preparazione, magari uno tra Vargas e Insigne potrebbe andare in prestito a fare esperienza»,disse il tecnico nel corso di una conferenza stampa. Uno tra Vargas e Insigne: ovvero Edu, considerando che il Bimbo d’oro fu apprezzato sin dal primo giorno di ritiro e immediatamente inserito nella lista dei tredici, cosiddetti, titolarissimi. Nonostante una serie di offerte, con Torino e soprattutto Genoa a incalzare, il Napoli però decise – legittimamente . di difendere l’investimento e insistere.
OPPORTUNITA’ – Risultati? Beh, l’aereo non è mai decollato. O, per meglio dire, finora non ha spiccato il volo secondo le attese. E allora? Tra un’esclusione dopo l’altra, la tripletta all’Aik e gli appena 109 minuti collezionati quest’anno in serie A in 7 presenze (spezzoni di gara), la girandola del suo mercato ha ricominciato a girare con un bel po’ di anticipo rispetto a gennaio: dall’Italia (Torino, Bologna e ancora a Genova) al Sudamerica (San Paolo e River Plate), il nome di Edu è rimbalzato e ha girato. Tra smentite di sorta e qualche conferma. Di certo, è un giocatore da rilanciare e un patrimonio da difendere fino all’ultimo istante utile. Giovedì farà coppia con Cavani, Edi con Edu, e considerando lo spessore non proprio eccelso degli avversari svedesi, l’occasione appare più che ghiotta. Dovrò sfruttarla, il neo ventitreenne. Ci dovrà provare, quantomeno. Lo deve a se stesso e a chi continua a credere in lui.