“Più utile nei recuperi, si vede invece poco quando dovrebbe impostare l’azione. A gennaio andrà via e non lascerà un bel ricordo. Sostituito pure ieri, più di un’ora non regge”.
Esigue, ma eloquenti parole, quelle riportate da “La Repubblica”, in merito alla prestazione di ieri di Marco Donadel, che ben narrano e dipingono la sua partita, così come l’intera esperienza con la maglia del Napoli.
L’ex viola, in realtà, mai ha saputo rendersi autore di prestazioni convincenti da quando è approdato alle pendici del Vesuvio, complice un lungo e logorante infortunio, ma anche la sua più o meno comprovata incapacità di integrarsi nell’habitat azzurro.
Certo è che in Europa League ha avuto ampie chances per dimostrare di essere un calciatore da Napoli, ma mai ha saputo brillare né mettersi in evidenza per dimostrare di potersi contendere una maglia da titolare anche in Campionato.
Questo doveva essere l’imperativo delle seconde linee: rendere insonni le notti di Mazzarri, affinché ardue fossero le sue scelte in merito alla formazione da schierare, in concomitanza di ogni partita.
Ma così non è stato.
Il calcio è un gioco strano, aleatorio, come tutti gli “sport di situazione“, in cui dinamiche ed eventi scaturiscono dall’interazione tra molteplici variabili imprevedibili denominati “calciatori” e tra questi ultimi e un pallone.
Ciò che concorre a determinare prestazioni più o meno convincenti e più o meno prolifere, ai fini del risultato finale, è l’interazione tra i calciatori che compongono una squadra e gli avversari, ma anche il feeling di ciascun singolo calciatore con la palla e con ogni suo compagno.
Doti fisiche, tecniche, input motivazionali, determinazione, agonismo e molti altri sono i fattori grazie ai quali si estrinseca una prestazione da “top” o da “flop“.
Ed il Napoli inscenato in Europa League sottolinea, in maniera più che marcata, la presenza dei “top” e dei “flop” che ne compongono la rosa.
Infatti, se non fosse arrivato il gol-qualificazione negli ultimi istanti di gioco, da parte del “top dei top”, Edinson Cavani“, morale, giudizi, critiche, commenti e considerazioni, sarebbero stati indirizzati su tutt’altri binari, ben più severi ed intransigenti al cospetto della “politica dei flop” incarnata da Mazzarri, in gran parte delle competizioni europee, eccezion fatta, parzialmente, per le ultime due partite
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Poiché, le riserve chiamate in causa, hanno dimostrato poco attaccamento e partecipazione alla causa stessa: demotivati, sconcentrati, poco affini e complici tra loro e altresì scarsamente capaci di dare corpo al “gioco alla Mazzarri”, il tutto, per giunta, supportato da una condizione fisica blanda, conseguenziale all’esiguo accumulo di minuti di gioco nelle gambe, ma anche e soprattutto dall’assenza di quel grintoso e combattivo agonismo capace di ergere a “semi-top” anche un “flop”, poiché l’animo e la tenacia, talvolta, parimenti determinanti si rivelano per conseguire una vittoria.
Lasciare le redini della qualificazione tra le mani di una squadra così vacillante, appariva assai sfrontato ed incosciente, anche per un tecnico saldamente fermo sulle sue convinzioni come Mazzarri.
Così, si è passato al “Napoli ibrido“, figlio del gemellaggio tra “top” e “flop”.
Ma non prima di aver collezionato qualche figuraccia in giro per l’Europa.
Una qualificazione conseguita all’ultimo minuto, può spazzare via le amarezze e le disfatte conseguite nel corso delle prestazioni precedenti?
Non si sarebbe rivelata una scelta maggiormente sensata e parsimoniosa, quella di schierare dal primo minuto della prima partita i “top”, ipotecare i risultati, per poi relegarli in panchina, piuttosto che chiamarli in causa troppo spesso a partita in corso per togliere le castagne dal fuoco, esponendoli, così, tra l’altro, al rischio di imbattersi in infortuni?
Ma soprattutto: alla luce della qualificazione conseguita, cosa c’è da aspettarsi dal mercato di gennaio?
Il buon senso auspicherebbe quale risposta: l’arrivo di calciatori capaci di innalzare il tasso tecnico e qualitativo del “Napoli B”, qualora ancora quest’ultimo sarà chiamato a scendere in campo in concomitanza degli impegni europei, poiché la maglia azzurra non merita ulteriori mortificazioni.
Luciana Esposito
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