In un giro di vento, il Napoli vola a due punti dalla Juve. La vittoria firmata da Hamsik ma fortemente voluta da una squadra che oppone coraggio e culto della fatica all’emergenza disturba i campioni quasi quanto la sconfitta con il Milan, e li preoccupa quasi quanto il prossimo derby con il Torino. Questa vittoria, la nona su 14 gare, la quarta in trasferta, va letta dalla società . Il mercato imminente pone Aurelio De Laurentiis dinanzi a domande che non ammettono silenzi né equivoci: lo scudetto è libero, la Juve non l’ha mica vinto, deve giocarselo con un paio di squadre. Quindi: il Napoli vuol provarci o no? Ma per puntare al terzo della sua storia, deve investire, non sprecare come troppo spesso accade, indovinare gli acquisti: è pronto? E per centrarli, ha idee chiare, un piano univoco e non discordante tra società e tecnico, oltre a un fortunato operatore di mercato? Sono i giorni della verità . Il primo, ieri a Cagliari. Perché questa vittoria dice quasi tutto. In positivo e negativo. La squadra ha vinto senza Cavani, ma questo valorizza il successo e la gestione tattica di Mazzarri. Esalta il sacrificio dei combattenti puri come i tre difensori, in testa il capitano Cannavaro, con Gamberini e Britos, finora oscurato da Aronica, mazzarriano di ferro. Boccia Maggio, la cui crisi è certificata da una sostituzione non solo giusta, persino tardiva. L’altro cambio ha determinato la svolta: Vargas rilevando Dzemaili ha liberato Hamsik dal ruolo non suo di attaccante, e Hamsik ha ritrovato tempismo e astuzia per infilarsi di nascosto in un angolo libero e segnare. Questa vittoria infine segnala le pause di Zuniga e qualche limite di Insigne. Il monello di Frattamaggiore non è stato mai elogiato troppo per quanto rende. Anche ieri sera ha mascherato l’assenza di Cavani sacrificandosi come prima punta, e sfiorato il gol in uno dei suoi irresistibili spunti. Ad inizio ripresa è sparito, però. Il suo motore brillantissimo ha autonomia limitata. Deve gestirsi per essere più lucido, giocare magari da esterno negli ultimi trenta metri. Quei rientri sono logoranti. Nell’interesse suo e della squadra, va inserito in una staffetta. Invertendo, ovvio, il turno. Precedenza a Insigne, poi il voluminoso Pandev può essere prezioso, appena si abbassano i ritmi e si allargano le distanze. Insigne sembra invece preoccupato di curare solo la sua immagine, piuttosto che il suo immenso talento. La cresta nera alla Hamsik e la barba francescana per un ragazzetto così minuto non sembrano il look più felice e autorevole. La lotta per lo scudetto chiede al Napoli interventi strutturali. Una punta di peso per affiancare o sostituire Cavani, come Mazzarri e Bigon sanno bene da agosto. Ma non solo. Un esterno che travolga tutto e tutto sulla destra, non lo fa più Maggio né può farlo Mesto. Se non si vuol cambiare modulo. Un mediano, visto Dzemaili e non visto Donadel. Tre colpi, e tutti da indovinare: il terzo scudetto ha un prezzo, ma è ancora possibile riportarlo a Napoli.
Fonte: Antonio Corbo per La Repubblica