«Il rapporto con De Laurentiis? È un problema del Comune non nostro». Parte con un intervento duro l’intervista rilasciata da Marilù Faraone Mennella imprenditrice a cui fa capo il gruppo Idis-Aedes-Cimolai, unico a cui il Comune di Napoli ha affidato la realizzazione del progetto del nuovo stadio e della ristrutturazione del San Paolo.
Dinanzi al fatto che per il nuovo stadio loro siano stati gli unici a presentare un nuovo progetto la Mennella suppone come motivazione la crisi economica, ma anche l’incertezza che molti hanno potuto vedere nell’imbarcarsi in questa avventura.
“Può avere molti possibili significati. Sicuramente la grave crisi economica non giova, ma anche che nessuno ha inteso impegnarsi in questa fase”.
Nonostante ciò il gruppo dell’imprenditrice ha presentato un progetto di finanziamento da 700 mila euro, cifra sicuramente impegnativa. Mennella dichiara di aver voluto così dimostrare la capacità della città partenopea di realizzare in se e da se progetti di livello internazionale, anche se il vedere l’impegno di un solo gruppo dispiace:
“Sì, piano solido basta vedere il gruppo di imprese che è in campo. Ho raccolto la sfida lanciata dall’amministrazione per dimostrare che a Napoli è possibile realizzare progetti di caratura internazionale. Abbiamo anche accettato regole volute dal Comune per garantire una partecipazione più ampia di quella già prevista dalla legge con questa ulteriore fase di manifestazione d’interesse. Certo, ora siamo soli e un po’ mi dispiace, avrei preferito confrontarmi con altre imprese”.
L’avanzamento del progetto è appena cominciato e le incertezze sono molte riguarda alla sua realizzazione finale proprio da parte dell’imprenditrice, ma lei non ha timori certa del fatto che nelle aree in cui hanno previsto di realizzare lo stadio possono realizzare anche altri tipi di investimenti. Conscia delle sue potenzialità Mennella dà lei una scadenza all’amministrazione del Comune, 90 giorni per avere una risposta:
“A noi interessa che entro 90 giorni diano una risposta perché sulle aree oggetto della manifestazione d’interesse abbiamo altri progetti già autorizzati, che sono sospesi dal momento che è in corso la procedura in questione. Si tratta di superfici commerciali per 102mila metri quadri, tra cui il Palaponticelli, e investimenti per oltre 300 milioni”.
Entrando nel dettaglio la responsabile del gruppo spiega alcune modifiche apportate di recente al progetto:
“Sì, l’idea progetto è stata ulteriormente arricchita in quanto la disponibilità dell’area ex Feltrinelli ci consente di proporre un semplice accorpamento di superfici commerciali già assentite nelle adiacenze del nuovo stadio senza ulteriore consumo di suolo, ma anzi realizzando il parco urbano del Sebeto di circa 17 ettari”.
Non là preoccupa l’Iter burocratico, affermando di aver studiato il tutto nei minimi dettaglia con capacità e precisione, per evitare qualunque intoppo e realizzare un prodotto di alta qualità e importante per la città:
“Sono molto serena perché abbiamo presentato tutti gli studi, da quello di impatto ambientale, a quello geologico, paesaggistico, trasportistico e urbanistico, ovviamente oltre quello socio-economico. Vorrei aggiungere inoltre, che per come è strutturata la nostra proposta, essa ci consente da un lato, decorso un certo termine, di continuare il nostro investimento già autorizzato, dall’altro, di dimostrare che a Napoli le sfide si possono raccogliere e vincere, che Napoli è una città con grandi potenzialità e che, dunque, c’è spazio per chi ha voglia e capacità di investire rischiando di tasca propria”.
Mennella dichiara anche di aver aperto un canale diverso con l’amministrazione, per poter realizzare insieme il lavoro secondo le esigenze di tutti:
“Abbiamo presentato la nostra idea progetto secondo le regole. Certamente, perché la nostra manifestazione d’interesse possa diventare una proposta vera e propria, ci sarà bisogno di chiarimenti e/o integrazioni sia da parte della pubblica amministrazione, sia da parte del proponente”.
Aurelio De Laurentiis dovrebbe essere il principale inquilino di uno stadio di proprietà comunque del Comune di Napoli, quindi per l’imprenditrice la questione è semplice: il proprietario dell’opera sarà il comune dunque è il Comune a decidere dove realizzarla, non il patron azzurro che non vuole spostarsi da Fuorigrotta:
«Lo stadio-arena polifunzionale da noi ideato, di proprietà della città, prevede indubbiamente che il Calcio Napoli sia uno di fruitori. Vorrei anche ricordare che in questo momento Napoli esprime due club di serie A: uno maschile e l’altro femminile la Carpisa Yamamay. Ciò detto, è tuttavia chiaro che la società Calcio Napoli sarà comunque un inquilino di un’opera pubblica di proprietà del Comune e che, dunque, è l’amministrazione a dover interloquire con il club”.
Pur non negando l’importanza dell’opinione del Napoli, Mennella sottolinea l’importanza sia del progetto del nuovo stadio sia della ristrutturazione del San Paolo per tutta la città e per l’amministrazione. Inoltre ricorda come per legge lo stadio non si possa costruire in base a degli accordi con la società del Napoli:
“Nessuno lo nega. La procedura non prevedeva alcun accordo con il calcio Napoli che sarebbe stato per altro in contrasto con tutti i principi nazionali e comunitari sulla concorrenza. Resta il fatto che con la procedura messa in campo l’amministrazione si potrebbe ritrovare con un arricchimento del patrimonio pubblico di 300 milioni rappresentato dal nuovo stadio, dal San Paolo rifatto e da tutte le aree circostanti riqualificate, oltre uno dei più grandi parchi pubblici a verde di tutta la città”.
Sulla certezza della realizzazione del nuovo impianto l’imprenditrice passa la palla al Comune, ribadendo il concetto di voler aspettare 90 giorni. Nel caso il suo gruppo non ci rimetterebbe, Napoli si.
“Noi aspettiamo una risposta in 90 giorni. Poi se non accadrà nulla Napoli avrà perso investimenti per 700 milioni con tutti i ritorni economici e occupazionali del caso”.
Mennella ribadisce in chiusura l’importanza della realizzazione di un’opera simile per Napoli e che loro la loro parte l’hanno già fatta:
“Noi la nostra parte al momento l’abbiamo fatta. La legge consente interlocuzioni istituzionali tra gli attori di questo procedimento, e quindi se la nostra idea sarà ritenuta meritevole, saremo pronti al confronto con tutti, consapevoli della sfida che un progetto del genere porta con se: dimostrare alla comunità internazionale, non solo del business, che Napoli può farcela”.
Fonte: Il Mattino
Articolo modificato 28 Nov 2012 - 10:39