Diciamolo chiaramente: in molti ancora non hanno ben capito cosa ne sarà del San Paolo, cosa significa “costruire un nuovo stadio” e quali sono le vere intenzioni del presidente Aurelio De Laurentiis e del sindaco De Magistris.
Al momento vi è un’unica certezza: il progetto presentato da Marilù Faraone Mennella che prevede uno stanziamento di 700 milioni di euro per realizzare il nuovo impianto casalingo del Calcio Napoli con sede nel quartiere di Ponticelli oltre che un restyling completo dello stadio San Paolo. Ma ritorniamo al punto di partenza: quali sono le reali intenzioni di coloro a cui spettano le ultime parole prima di operare concretamente per la costruzione di un nuovo stadio, o comunque per la ristrutturazione di un ormai fatiscente San Paolo che, notizia odierna, ha visto il crollo di una parete esterna causa il violento temporale che oggi si è abbattuto in città?
Partiamo da Aurelio De Laurentiis. Tutto quello che, nelle sue poche e remote parole, ha lasciato intendere il patron azzurro è che il nuovo stadio non lo vuole. Assolutamente, un “no” categorico. La casa del Napoli, per De Laurentiis, è e resterà lo stadio San Paolo. La speranza di Aurelio è che prima o poi la famosa legge sugli stadi, che permetterà ai titolari delle squadre calcistiche italiane di disporre di maggiori poteri, passi. Tuttavia, una speranza al momento quasi nulla. Perchè la legge sugli stadi prevede l’intervento del credito pubblico, ossia i soldi dello Stato e, con la crisi economica odierna, è una previsione di difficilissima attuazione. L’unica risoluzione del problema è l’investimento di privati, proprio come progettato da Mennella.
Arriviamo al sindaco De Magistris. Per capire in poche parole qual è la sua posizione possiamo chiaramente rifarci alla parola “mediatore”. De Magistris ed il Comune in generale valutano, aspettano. I rapporti con la cordata Mennella sono ottimi, tanto da non poter permettere di rovinarli per un piccolo screzio con il Calcio Napoli sulla costruzione di un nuovo stadio o sul restyling dell’impianto esistente. La volontà del sindaco è quindi abbastanza chiara: aspettare, convincere De Laurentiis che probabilmente il nuovo stadio è la soluzione migliore anche facendo leva sul fatto che il San Paolo è sempre a rischio chiusura. Da un momento all’altro potrebbe sempre succedere che non arrivi l’autorizzazione necessaria a dichiarare la sua agibilità, e quanto successo oggi con la caduta di una parete esterna è un chiaro campanello d’allarme cui De Laurentiis non può rimanere indifferente. Così come il Comune e chi di dovere.
Christian Sorrentino