Ci sono gli spot si Sky che ti fanno sognare, mentre si fa ora e ci si deve mettere in cammino. Casa di amici, terrazzo. Tutto pronto.
C’è la musichetta, che parte e tu nemmeno te ne rendi conto. C’è quel momento che aspettavi da anni, ed eccolo lì, è arrivato e non lo capisci nemmeno. E poi c’è la partita. E che partita.
Sofferenza, questo ricordo. Eppure la squadra non sembrava intimorita. Lavezzi se la spassava sulla trequarti avversaria, con quella traversa che sgozzava sul nascere le urla di gioia. E poi Hamsik e Cavani che difendevano con grinta, e ripartivano alla grande.
E poi c’è il minuto 68 che ti fa alzare dalla sedia; segui ad ogni singolo passo la galoppata di Maggio, glielo urli fin dentro le ossa del cervello “ Passa a Cavani! Passa a Cavani!” e poi vedi il Matador solo davanti al portiere del City. E poi c’è il nulla. La palla sotto le gambe, 3 mila napoletani che impazziscono, Manchester domata. E la festa scoppia anche qui da noi, in Italia. Gente in strada, terrazze invase, urla manco fosse capodanno. Il gol di Cavani resterà uno dei pochi che mi ha fatto cadere a terra, privo di forza nelle gambe.
Ecco, Manchester City-Napoli è quello. E va bene lo stesso se Kolarov c’ha tolto la soddisfazione della vittoria all’esordio. Quella gioia, quelle gambe spezzate dall’emozione, restano ancora. Oh Yes.
Raffaele Nappi
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Articolo modificato 4 Dic 2012 - 17:36