La concorrenza è enorme, per quel gioiellino che tra l’altro costerà caro, non avendo il Sassuolo alcuna esigenza economica, e però in quei tre gol sinora segnati e in quelle quindici presenze part-time, c’è qualità in abbondanza. Il mercato è un’ispezione continua ma, ovviamente, è un principio che vale per chiunque: intorno a Berardi c’è folla, ci sono la Juventus e l’Inter, ma il Napoli non indietreggia, semmai aspetta che qualcosa accada, che ci sia un cenno per dare un senso al proprio interesse.
La B è molto altro ancora: è, ad esempio, Alessandro De Vitis (20), figlio d’arte d’un papà, Totò, che negli anni ’90 con i suoi gol faceva impazzire – anche – i tifosi del Campania e quelli della Salernitana. L’asse ereditario resta, però sparso in differenti zone del campo, perché a differenza del babbo, il baby-De Vitis ama giochicchiare tra le linee, viene ritenuto un centrocampista da modellare, con ampi margini di miglioramento.
Fonte: Il Corriere dello Sport.it
Articolo modificato 4 Dic 2012 - 12:25