Il simbolo nerazzurro per antonomasia. Un’icona della longevità, uno stile da imitare, l’amore per una maglia che sfida i tempi, in barba agli ultimi “mercenari” venuti fuori nell’ultimo ventennio di pazzie e contratti da capogiro. Javier Zanetti è tutto questo, non solo il capitano. E’ probabile che continuerà ad essere nerazzurro anche quando smetterà pantaloncini, maglia e scarpette, per indossare probabilmente giacca, cravatta e un incarico da dirigente, come l’ex compagno di squadra Cordoba. Eccolo l’argentino, ai microfoni di Sport Mediaset: “Sono pericolosi – avverte-, ma noi siamo preparati per disputare una grande partita. Loro sono molto pericolosi, soprattutto nelle ripartenze. Cavani? E’ uno degli attaccanti più forti che giocano in Italia, merita tutte le attestazioni di stima che sta ricevendo negli ultimi tempi. Il mio futuro? Il presidente Moratti sa che mi diverto a giocare. Se starò bene, non credo ci saranno problemi nel continuare questa avventura“.
La figura di Javier mette in luce uno degli aspetti più dimenticati degli ultimi anni, la tanto denigrata “bandiera“, con pluridecennale esperienza in squadra, con la giusta conoscenza della società, insomma l’uomo giusto per continuare ad affidargli un incarico dirigenziale importante. Spesso si è parlato della mancanza di una figura simile nel Napoli, un uomo che faccia da collante tra lo spogliatoio e la società, capace di seguire i giovani calciatori e di gestire assieme al gruppo storico la temperatura di un ambiente delicato come quello che si vive da dentro. Attualmente potremmo ipotizzare che Paolo Cannavaro potrà ,un giorno, portare avanti questa carica di prestigio, ma nell’imminente chi potrebbe essere l’uomo adatto per accettare i gradi di colui che possa essere capace di abbracciare un incarico così delicato?