Uno scolaretto diligente e silenzioso. Fabio Cannavaro è alla sua prima settimana tra i banchi di Coverciano a frequentare il corso di abilitazione per il master di allenatori professionisti Prima Categoria-Uefa Pro. In sintesi, dopo aver preso il patentino da tecnico di seconda categoria, ora vuole anche quello per allenare le squadre di serie A. E pure le selezioni nazionali. La precisazione è obbligatoria alla luce dell’indiscrizione emersa recentemente dagli uffici romani della Figc in via Gregorio Allegri: assegnare all’ex campione del mondo la guida della Nazionale italiana. Proprio così, Fabio Cannavaro è uno dei candidati, forse più celebrato, a prendere il posto di Cesare Prandelli immediatamente dopo la fine dei Mondiali brasiliani del 2014. Sarebbe una bella mossa per il rilancio d’immagine dell’Italia che attende il definitivo ringiovanimento per dare vita allo stesso ciclo vincente di cui ha fatto parte Cannavaro e culminato nella vittoria ai Mondiali tedeschi del 2006. A giugno don Fabio sosterrà l’esame per essere definito a pieno titolo anche allenatore di prima categoria (è già direttore sportivo), probabilmente in tempo per raggiungere la Nazionale in Brasile, dove sarà in programma la Confederation Cup: prima partita il 16 giugno a Rio de Janeiro contro il Messico. Cannavaro potrebbe andarci in veste di osservatore, invitato dalla Figc ufficialmente come portavoce del mondo per il club Al-Ahli. In realtà, sarebbe una sorta di tirocinio per studiare la materia da una prospettiva a lui non ancora molto familiare. Finora ha preso qualche insegnamento da Marcello Lippi, suo ospite spesso a Dubai ma soprattutto il pigmalione dalla stagione in cui lo lanciò da titolare in serie A (Napoli 1993-94) e fino alla conclusione congiunta della loro esperienza nell’Italia con l’amara sconfitta contro la Slovacchia (3-2) al Mondiale 2010 ed all’età di 36 anni. Da quel 24 giugno Cannavaro, dopo 13 anni di militanza e 136 presenze in quattro edizioni del Mondiale, due dell’Europeo ed una Confederations Cup, non ha più avuto rapporti con la Nazionale azzurra. E il diretto interessato cosa pensa di questa prestigiosa eventualità? “Io nuovo ct della Nazionale? Ahahahaha: vediamo, vediamo”: l’abbondante risata rappresentata con un sms, dà il senso della reazione da parte di chi un primo contatto con i vertici federali l’ha avuto già, ma preferisce evitare approfondimenti per opportunità e buon senso. E poi, Fabio deve ancora studiare in campo, sui banchi e sui campi, per capire meglio cosa occorre per guidare una nazionale importante come l’Italia. Aggiornamenti ed approfondimenti continui, così da dimostrare a tutti di essere l’uomo giusto, ma soprattutto pronto per guidare l’Italia in vista delle qualificazioni agli Europei di Francia 2016 ed ai Mondiali 2018 in Russia. Quell’anno lì avrà festeggiato 45 anni: l’età giusta per chi è predestinato ai grandi trionfi.
Fonte: Raffaele Auriemma per TuttoSport