Non possono bastare due sconfitte consecutive a cancellare quanto di buono fatto sin qui, la qualificazione in Europa League e i 6 punti in più rispetto allo scorso campionato.
Non può bastare un eurogol dell’ennesimo anonimo calciatore che contro il Napoli prova – e riesce – ad entrare negli annali del calcio per una rete.
Non può essere tutto nero per il nuovo Moscardelli o per la fotocopia del ricordo di Carmona: il cognome di Kone sarà per sempre associato a questa rete e finalmente lo si riconoscerà dagli altri dieci omonimi che girano sui campi di calcio di tutta Europa. Così il Kone greco sarà per sempre “quello del gol al San Paolo”.
Non può essere vero, il Napoli non può spegnersi per questi motivi.
Non si può essere puniti inesorabilmente da un calciatore che torna dopo una squalifica di quattro mesi per calcioscommesse di cui è stato un protagonista, ancora di più alla vigilia di un giudizio che vedrà condannato il proprio capitano per 6 mesi per non aver commesso il fatto.
Non può essere che esista una stupida responsabilità oggettiva che ti toglierà due punti a stagione in corso.
Non può essere vero che la giustizia sportiva sia così ingiusta. E per “giustizia sportiva” intendiamo anche la rete di Portanova voluta da chissà quale fato.
Non si può avere un Insigne in forma straordinaria che poi è costretto ad uscire per infortunio sul più bello.
Non può essere che si infortuni anche Gamberini, il migliore in campo proprio assieme a Lorenzinho, e che Mazzarri sia “costretto” ad inserire un calciatore già accordatosi con una diretta rivale.
Non può essere che una squadra che voglia ambire al secondo posto entri in campo priva di qualsiasi fame agonistica e che si accenda solo per 15 minuti.
Non si può prendere ancora un gol su palla inattiva, basta!
Non può essere che tutte queste cose vengano assieme, negli stessi 90 minuti.
Non è vero, il Napoli non si è spento. Ma serve che qualcuno accenda la luce…