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Raccontare in preda alla rabbia o rimandare a domani e raccontare in preda alla rabbia e all’insonnia che mi porterò da stanotte? Questo è il mio dilemma. Poi penso che probabilmente domani oltre alla rabbia e all’insonnia, ci saranno anche due punti in meno e un difensore squalificato e allora mi dico: “Dai, non è la prima volta che scrivi di una sconfitta!Ce la puoi fare!”.

Ci provo.

Ho immagini confuse del pre, durante e post partita, ma ricordo distintamente delle maglie azzurre e altre rossoblù. Noi eravamo lì per tifare le maglie azzurre, ma a segnare alla prima occasione sono state le maglie rossoblù. La difesa azzurra resta ferma, il portiere azzurro impalato e i tifosi azzurri ingessati. Poi i rossoblù ne segnano anche un altro. Regolare. Almeno così  è sembrato dagli spalti  e così si dice sul web. Ma non per il guardalinee che vede quello lì con la maglia rossoblù  in fuorigioco. “Per fortuna!”, pensiamo noi. Ancora ignari del secondo tempo. Gli azzurri scendono in campo col piglio giusto. Ne segnano uno. Poi ne segnano un altro. Pensando di poter rilassarsi. Ma la squadra rossoblù ha una mentalità aggressiva e vincente ammirevole. Ed è qui che comincio a capire che partita sto guardando. Insomma. Siamo stati catapultati in una partita di liga spagnola, no?! E tutt’a un tratto capisco che Kone si è trasformato in Messi, che i rossoblù sono il Barcellona e che noi siamo gli azzurri del Celta Vigo. E allora perdere con un goal di scarto, in fondo ci sta. Complimenti agli azzurri e sempre immensa standing ovation per i blaugrana.

Dite che non è così? Non di Barcellona trattasi, ma di Bologna? Addirittura? E noi eravamo il Napoli? Quell’eurogoal l’ha fatto proprio Kone?

Ok. Allora mi sforzo un pochettino e ci riprovo.

Ricordo che l’Inter ha perso con la Lazio. La Juve fa un campionato in solitudine senza lasciare spazio ad immaginazione o a bollette milionarie di chi vuole giocarsi il 2 dell’Atalanta.  La Roma perde a Verona, almeno così pare. Io applaudo all’idea del Chievo di giocare in bianco e mimetizzarsi così nella nebbia. Altro che 4-3-3 o 3-5-2. Queste sono strategie vincenti! La Fiorentina sbrana un Siena che vorrà chiaramente in riscatto settima prossima. E ricordo che avremmo potuto rimetterci al secondo posto a debita distanza da Lazio e Fiorentina.  Avremmo potuto. Ma, si sa, il Napoli non è squadra che approfitta di situazioni favorevoli. E’ squadra a cui non piacciono cose facili. E’ squadra da bestemmie e imprecazioni, soprattutto quando tutto sembra presagire gioie ed esaltazioni.

Alle 16 già ci chiama uno dei nostri che è fuori al San Paolo. Stanno per cominciare i secondi tempi delle partite delle 15 e lui sta già fuori ai cancelli per la partita delle 20:45. Siamo circondati da pazzi. E chiaramente gli diciamo che andremo presto a fargli compagnia. Per cui dopo un’ora siamo anche noi già pronti. Niente fila e steward impietositi da quel tizio seduto sui corrimano dormiente sotto il cappuccio di una felpa. Una scena che difficilmente dimenticheremo. Lo svegliamo ed entriamo insieme.

Nel pre-partita si parla della trasferta di Siena: una rappresentanza del nostro gruppo, compresa me, sarà lì e allora cerchiamo di organizzare orari e mezzi. Pure nel post-partita si parla della trasferta di Siena, ma solo per riversargli sopra tutta la delusione di una sconfitta amara e rabbiosa che ti fa pensare che forse non ne vale la pena.

Nel pre-partita si parla di maglie nuove, appena stampate con il faccione di Pasquale Fiore, simbolo di un calcio fatto di sudore, valori e baffo: maglie da indossare, alcune da ordinare, altre da regalare. E pure nel post-partita si parla di quelle maglie che forse non hanno portato proprio tanta fortuna. E portare in curva il simbolo di un vecchio calcio proprio nel giorno di ritorno in campionato di Conte allo Juventus Stadium dopo mesi di squalifica, nel giorno del ritorno in campo e al goal di uno che ha fatto sei mesi di squalifica, nel giorno prima della sentenza che molto probabilmente darà al nostro capitano e a Grava altrettanti mesi di squalifica…beh! Forse non è stato di buon auspicio. C’è anche chi ironizza sull’argomento, immaginando che al primo fallo di Cannavaro, l’arbitro cacci un cartello rosso enorme con su scritto “6 mesi” e così ci togliamo il pensiero. Qualcun altro malignamente pensa che sia l’unico modo per cedere la fascia di capitano ad Hamsik. Hamsik, però, punisce questo pensiero maligno con una prestazione al di sotto delle sue possibilità.

Alle 20:45 inizia la partita. E allora…lasciatemi crogiolare nella mia fantasia di aver visto un’altra partita. Lasciatemi pensare di non aver visto De Sanctis impalato sul primo goal, di non aver assistito per l’ennesima volta a mille palle goal sprecate,  ad un Maggio rapito dagli alieni,  ad uno Smaili inutile, ad un Campagnaro già altrove, ad un Cavani egoista. Abbiamo capito che hai il bonus sui goal, ma…quanto devi avere?! La facciamo ‘sta colletta, ricorda di avere una squadra intorno e  stai sereno davanti alla porta.

Tanto tra tre giorni sarò costretta a vederli di nuovo. E allora non avrò più scuse. Barcellona e Celta Vigo non giocano la Coppa Italia. E allora non avrò più frottole da raccontarmi.

Torniamo sconsolati all’auto. Il tizio del parcheggio confessa che ad un certo punto ha preferito vedere “Alien” in televisione. Come dargli torto? Stasera, i mostri e i fantasmi visti al San Paolo facevano sicuramente più paura.

Articolo modificato 17 Dic 2012 - 02:05

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Scritto da
redazione