Al macedone si può spesso imputare la poca incisività in taluni momenti della stagione ed in effetti dopo le ultime partite disputate era giusto tenerlo a riposo a prescindere dall’infortunio patito nella gara di Marassi contro il Genoa. Così come era giusto lasciare spazio alla sfrontatezza ed al talento del gioiello più brillante che Napoli abbia mai sfornato negli ultimi anni. E seppur con alcune prestazioni non proprio positive Lorenzo Insigne si è guadagnato il titolo di spalla di Cavani. Con giusto merito.
Eppure ieri Goran Pandev in appena cinque minuti ha lanciato un segnale inequivocabile. Due faccia a faccia a muso duro ed un paio di verticalizzazioni che hanno messo Cavani davanti alla porta. Non solo tecnica per Goran. Ma anche esperienza e cattiveria. Come a voler svegliare i compagni. Come a volerli incitare a metterci maggiore grinta. Come a voler dimostrare con i fatti che quel posto là davanti spetta a lui. E chi può dire il contrario? Ma contestualmente come togliere quel gioiello ormai in rampa di lancio che con un giocata può risolverti la partita da un momento all’altro come fatto con l’assist perfetto per la testa di Cavani? E come togliere l’alieno uruguaiano dal campo ormai autore di un gol a partita?
Ecco la soluzione: farli giocare tutti e tre. Insieme. E’ arrivato il momento per Mazzarri. Basta con le gerarchie. Basta con i moduli. E’ impossibile tenere fuori uno dei tre perchè ognuno è in grado di portare alla causa azzurra elementi e valori indispensabili che gli altri due non sarebbero, per caratteristiche, in grado di portare. Schematicamente si potrebbe riassumere il concetto in termini spicci: Insigne ti inventa la giocata e Pandev ti porta l’esperienza che nessuno degli attaccanti ha. E ovviamente Cavani la butta dentro. Non ci sono moduli nè gerarchie che possano tenere. Mazzarri l’avrà capito?
Articolo modificato 17 Dic 2012 - 09:00