“Mario per me è un irresponsabile. A un certo punto non si è più interessato di niente, nè di me, nè di nostra figlia. Fino a prova contraria lui con me si doveva sposare. Questo era il nostro progetto, la nostra volontà. All’improvviso è crollato tutto e non so perché. Ho iniziato a sentire le prime contrazioni alle tre del pomeriggio, ma abbiamo chiamato il mio ginecologo solo alle sei.
Lui si era raccomandato di chiamarlo solo quando ero sicura di non farcela più, per sfruttare al massimo la tranquillità di casa mia. Alle sei non ho resistito e mi sono precipitata in clinica. Avevo scelto il parto pilotato tramite l’epidurale, ma, quando sono arrivata in ospedale, ero già pronta a partorire.
Il tempo di salire in camera e mi hanno portato in sala parto: dopo un quarto d’ora Pia è nata. Al parto hanno assistito mia mamma e mio fratello, che ha ripreso tutto con la telecamera. Gliel’ho chiesto io. A Mario ho mandato messaggi dalle 15, quando sono iniziate le prime contrazioni, fino alle 18,30, quando sono entrata in sala parto. Sono uscita e gli ho rimandato i messaggi, subito dopo che Pia era nata. olo a mezzanotte e mezza suona il mio telefono. “Mario?”. “Eh?”, mi dice. “Io ho partorito”. “Ah, ok. A me non interessa”. E ha riappeso. E’ stata l’ultima volta che l’ho sentito”.