Erano venuti quasi in gita turistica; sono andati via dopo aver incamerato l’accesso ai quarti di Coppa Italia. Il Bologna “bastona” per la seconda volta in quattro giorni il Napoli; Pioli conquista la sua quinta vittoria su sei sfide contro Mazzarri. L’umiltà degli emiliani, anzi delle riserve emiliane (Kone a parte che ha ancora una volta colpito e affondato i partenopei con un velenoso tiro a giro a fil di palo al 45′ della ripresa) ha avuto ragione di un Napoli ancora più inguardabile di quello visto all’opera nel primo tempo di domenica scorsa. La gente del San Paolo ha accolto la nuova clamorosa “sentenza” con qualche fischio e tanti inviti a De Laurentiis a intervenire sul mercato. Ma probabilmente non si tratta solo di questo. Pioli in pochi giorni ha letteralmente fatto a pezzi un Napoli che non sembra avere più un gioco credibile, che fatica a tenere le distanze tra i reparti, che è crollato senza attenuanti negli ultimi dieci giorni: tre sconfitte consecutive, segni evidenti di una sofferenza che va ben oltre gli uomini mandati in campo, i presenti e gli assenti.
EMOZIONI – Era la prima partita dopo il verdetto di Artico, inevitabilmente vissuta tra proteste e gesti di solidarietà. Come quelli di Cavani e Mazzarri che dopo il gol hanno sbandierato la maglia con i nomi di Cannavaro e Grava, i compagni squalificati. In ballo, insomma, c’era qualcosa di più del semplice accesso ai quarti di Coppa Italia, con una replica a tre giorni di distanza della rocambolesca sfida terminata domenica scorsa con la vittoria del Bologna. Questa volta Pioli ha deciso di mettere in campo praticamente tutte le riserve. Il Napoli ha seguito solo in parte la stessa strada visto che oltre a Cavani, c’erano anche Inler che non giocherà la prossima di campionato), Britos, De Sanctis e Fernandez che titolare non è ma lo diventerà a causa della lunga assenza di Cannavaro. E qui cominciano i problemi perché l’argentino ha confermato alcuni dei suoi limiti, a cominciare dalla velocità (molto relativa) che non lo agevola. Le due squadre erano sostanzialmente a specchio. Pioli, insomma, si è adeguato perfettamente all’avversario, si è adeguato così bene che, titolari o non titolari, ha messo in difficoltà Mazzarri confermando di essere una vera “maledizione” per il collega toscano. Perché se il gol dopo appena undici minuti del solito scatenato Cavani (angolo di Pandev e testa dell’uruguaiano) lasciava presagire una serena marcia trionfale partenopea, i rimanenti trentaquattro minuti hanno provveduto a smentire questa impressione perché il Bologna si è organizzato molto bene (tanto da trovare il pari con Pasquato sul quale Dossena faceva ben poco per evitare il peggio) mentre dall’altra parte il Napoli si allungava, concedendo spazi al contropiede.
INVOLUZIONE – Ma dopo aver cominciato con una dose minima di titolari, il Napoli ha continuato e terminato con la squadra migliore. Il miglioramento nei nomi non ha migliorato, però, la qualità del gioco. Il Bologna si difendeva bene, in maniera ordinata e in un paio di occasioni costringeva (in un caso con la complicità di Fernandez) De Sanctis ad altrettanti interventi miracolosi. Certo, quando il gioco latita, scompare anche la buona sorte perché a quel punto entrano in ballo i pali (clamoroso quello di Pandev) e i portieri avversari (grandissima la parata di Stojanovic su una conclusione di testa di Cavani). Ma il dato più preoccupante per Mazzarri è il processo involutivo che sembra aver colpito la sua squadra, in perenne difficoltà a sviluppare il suo (vecchio) gioco. In queste condizioni soccombere finisce per essere quasi una inevitabile conseguenza.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 20 Gen 2015 - 17:44