Niente bacchettate, siamo a Natale. E visto il periodo giulivo, vien voglia di sperare che tutto volga per il meglio, ma per restare coi piedi di piombo è necessario analizzare alcuni aspetti. Dopo la conferenza di Mazzarri, l’ennesima dove si evincono le osservazioni classiche che oramai caratterizzano il mister azzurro, viene spontaneo capire sotto quali prospettive le esperienze che il Napoli ha fatto e sta facendo in campionato ed in Europa diano i frutti, a cominciare dall’aspetto mentale.
A Sentire Walter, che riferisce che la squadra a 6 punti in più e che le avversarie ci temono, viene da sorridere, per carità sono dati di fatto inoppugnabili, ma non è la mentalità la prima ad assorbire ciò che si è fatto in passato? non è forse attraverso le esperienze che si cresce e si matura anche sotto l’aspetto verbale? Ebbene, i tifosi azzurri vorrebbero sentirsi dire altro, forse che è finito il tempo dell’eterna promessa, del fiore che non sboccia ma che viene puntualmente bocciato, della squadra che viene temuta ma puntualmente messa in difficoltà quando la minima crepa fa capolino alle porte di Castelvolturno.
Ribadiamo la volontà di non alimentare polemiche, non sarebbe giusto farlo alle porte di una gara importante come quella di Siena, ma sarebbe interessante conoscere quali sono i concetti attraverso i quali questa squadra, in un prossimo futuro, possa ambire a fare discorsi “da grande” anche un po’ spavaldi, senza alimentare false aspettative, ma dire e pianificare un percorso vincente, dimenticando i buoni propositi degli anni precedenti e i risultati ottenuti “quando si era agli inizi del percorso”. Il Napoli ha raggiunto una maturazione tecnica non indifferente, ha acquisito le credenziali nazionali ed europee necessarie per cominciare ad essere non più una sporadica protagonista dei vertici del calcio, serve solo colmare il gap, passando per i propri leader, a cominciare dal tecnico, al quale ci piacerebbe chiedere di fare il salto di qualità anche sotto l’aspetto delle dichiarazioni. Aver preso le redini della squadra quando era “da metà classifica” non può più essere un alibi per giustificare insuccessi o periodi no, è bene che si sappia che anche attraverso le parole è possibile costruire una mentalità vincente.
Di uomini carismatici questa squadra non ne ha, per cui sarebbe opportuni che il tignoso e scorbutico Walter prendesse in mano le redini comunicative di questo team, per dare un segnale forte alla pubblica opinione e, perché no, ad un presidente che non si tirerebbe fuori dalla lotta nel sentire la caparbietà di determinate dichiarazioni. E’ finito il tempo della “squadra rivelazione“, dalle parole del tecnico è possibile aprire un nuovo ciclo per gli azzurri, nei limiti della coerenza, facendo tesoro dello spirito vincente di una tifoseria ambiziosa.