Nella ripresa qualcosa si è mosso, il Napoli ha cercato di uscir fuori dal guscio, ma senza sciorinare trame di gioco solite degli undici di Mazzarri, veloci sulle ripartenze e abili a sfruttare gli inserimenti. Le vie centrali erano intasate fino all’esasperazione e le fasce non hanno risposto ai solleciti che il centrocampo azzurro ha cercato di mandare. Ma la buona sorte e la caparbietà di questa squadra hanno fatto si che la partita si sbloccasse, e a quel punto è venuta fuori la partita “cinica” che in molti, ogni qual volta, vorrebbero vedere.
Il gol di Maggio è arrivato come simbolo di rivalsa di un team che non può ancora chiamarsi fuori dal tunnel ma che ha gridato forte la sua voglia di farlo al più presto. Il rigore di Cavani, procurato dal redivivo Pandev, ha completato il mosaico azzurro alla ricerca della vena perduta. Messaggi positivi, dunque, arrivati in uno dei modi più atipici per una squadra abituata a bruciare gioco e azioni sprecate, per ricavarne poi ben poco o addirittura nulla. Questa volta possiamo dire e raccontare di una squadra non propriamente bella a vedersi, ma finalmente concreta, spietata, in grado di buttarla dentro nei minuti finali, come una iniezione letale ad una bestia ferita e agonizzante, proprio come lo era il disperato Siena, a caccia di speranze, rivelatesi effimere, e rese tali dai killer dai guanti azzurri. Che sia una nuova tendenza quella di portare a casa punti anche in assenza di gioco brillante, lo si spera fortemente, ma che non diventi abitudine, poiché di trame eleganti e giocate d’autore il pubblico ne avrà sempre bisogno.
Articolo modificato 23 Dic 2012 - 10:16