Vorrei che il Natale di Napoli – non solo calcio ovviamente – avesse il volto di Maggio dopo il gol segnato al Siena, quando ormai sembrava impossibile trovare la vittoria. Il sorriso liberatorio, l’intensità del suo gesto misto di cuore e muscoli, la sua dolce rabbia contro la sfortuna che si è accanita su di lui per settimane costandogli critiche dure, spesso cattive, sono l’augurio più bello per una città e una squadra che andavano intristendosi proprio all’avvicinarsi delle Feste. Così, d’improvviso, con l’aggiunta della firma di Edinson Cavani – quarantadue gol, signor Matador – è partito il messaggio augurale per il popolo azzurro e per i cittadini insensibili al calcio, ammesso che a Napoli ve ne siano. Fra il Siena e la Roma, prima visitatrice del 2013, De Laurentiis e Mazzarri potranno rivedere gli ultimi filmati, scoprire i difetti di una squadra improvvisamente arenatasi (magari rileggendosi anche certi commenti…) e imbastita anche a Siena, prima che il solito Hamsik lanciasse il grido di sfida e il pallone per Christian, l’implacabile cursore con il piede-da-gol.
Per quel che mi riguarda, non sono fra quelli che invocano uno shopping impegnativo. Ci vuole un difensore – dico da sempre – soprattutto ora che è ancora incerto il destino di Grava e Cannavaro: il capitano anche se tornerà presto – come gli auguro – ha pagato duramente prima le voci malevole eppoi l’ingiusta condanna e dunque avrà bisogno di tutto l’aiuto della società e dei compagni, a partire da una forte solidarietà, virtù che in questi anni ha tenuto unitissimo lo spogliatoio e lo staff. La vigilia di Siena s’era palesata inquieta, preoccupante, e giuste mi erano parse le parole di Mazzarri che rimetteva il destino del Napoli nelle mani di giocatori forti di qualità tecniche e di senso di responsabilità. Mi piace ricordare che anche dopo la dura sconfitta casalinga con il Bologna, in campionato, non ho pensato che fosse arrivata una crisi irreversibile e anzi ero convinto che i giocatori avrebbero ritrovato le giuste dosi d’orgoglio e professionalità per allontanare lo spettro di un ridimensionamento già segnalato dai soliti sapientoni. E così è stato, anche se c’è voluta fatica per battere una squadra fortemente motivata a cogliere un riscatto vitale. Il campionato, quest’anno, è disseminato di trappole e si ha l’idea che per tentare di avvicinare la Juventus sia naturale superare gli ostacoli e le mine di un percorso di guerra disseminati soprattutto sui campi di provincia. Ora la classifica del Napoli, punita e impoverita dalla Giustizia Ingiusta, vede Mazzarri superato – anche se di un soffio – da Petkovic, Montella, Stramaccioni. Non dico di Conte, l’Antonio Furioso sempre più solitario con la sua rabbia e la sua voglia matta di stravincere: lui è lontano ma credo che il Napoli e Napoli meriterebbero di ritrovare, con l’anno nuovo, il Mazzarri d’antan che l’Intensità l’ha inventata ostentando quella grinta e quella camicia bianca non da borghese azzimato ma da popolano incazzato. È ora di ricominciare.
Fonte: Il Roma