Per quel che mi riguarda, non sono fra quelli che invocano uno shopping impegnativo. Ci vuole un difensore – dico da sempre – soprattutto ora che è ancora incerto il destino di Grava e Cannavaro: il capitano anche se tornerà presto – come gli auguro – ha pagato duramente prima le voci malevole eppoi l’ingiusta condanna e dunque avrà bisogno di tutto l’aiuto della società e dei compagni, a partire da una forte solidarietà, virtù che in questi anni ha tenuto unitissimo lo spogliatoio e lo staff. La vigilia di Siena s’era palesata inquieta, preoccupante, e giuste mi erano parse le parole di Mazzarri che rimetteva il destino del Napoli nelle mani di giocatori forti di qualità tecniche e di senso di responsabilità. Mi piace ricordare che anche dopo la dura sconfitta casalinga con il Bologna, in campionato, non ho pensato che fosse arrivata una crisi irreversibile e anzi ero convinto che i giocatori avrebbero ritrovato le giuste dosi d’orgoglio e professionalità per allontanare lo spettro di un ridimensionamento già segnalato dai soliti sapientoni. E così è stato, anche se c’è voluta fatica per battere una squadra fortemente motivata a cogliere un riscatto vitale. Il campionato, quest’anno, è disseminato di trappole e si ha l’idea che per tentare di avvicinare la Juventus sia naturale superare gli ostacoli e le mine di un percorso di guerra disseminati soprattutto sui campi di provincia. Ora la classifica del Napoli, punita e impoverita dalla Giustizia Ingiusta, vede Mazzarri superato – anche se di un soffio – da Petkovic, Montella, Stramaccioni. Non dico di Conte, l’Antonio Furioso sempre più solitario con la sua rabbia e la sua voglia matta di stravincere: lui è lontano ma credo che il Napoli e Napoli meriterebbero di ritrovare, con l’anno nuovo, il Mazzarri d’antan che l’Intensità l’ha inventata ostentando quella grinta e quella camicia bianca non da borghese azzimato ma da popolano incazzato. È ora di ricominciare.
Fonte: Il Roma
Articolo modificato 24 Dic 2012 - 12:32