La lunga Primavera del Napoli: i fattori del successo

Primavera_gruppoDa un po’ di tempo a questa parte, a Napoli è sempre più Primavera. Niente a che vedere con le temperature generose degli ultimi giorni invernali; la freschezza portata dall’attuale vivaio azzurro, infatti, è ampiamente in grado di scaldare qualsiasi appassionato di calcio. Premettendo che il movimento giovanile campano è fra i primi in Italia e in Europa (paragonato da alcuni addetti ai lavori ai bacini appartenenti ad Argentina e Brasile), nel passato recente esso si era contraddistinto per un esodo continuo di risorse preziose verso altre destinazioni, complice il periodo buio vissuto dalla Società Sportiva Calcio Napoli. Superata questa fase di declino, il club partenopeo ha posto tra le sue fondamenta la valorizzazione concreta di talenti in erba da inserire, il prima possibile, nella squadra dei grandi. E’ un processo ormai collaudato in diverse parti del mondo, ma l’invasività dell’era digitale e la profonda crisi economica del contesto italiano hanno accentuato il fenomeno ponendolo sotto un’ottica differente rispetto al passato.

Al di là dei suddetti fattori, la bontà del settore giovanile del Napoli è  fin troppo evidente. I più scettici, che ad inizio stagione non avrebbero scommesso un centesimo sul primo posto della Primavera nel girone di competenza e sulla semifinale della coppa di categoria, si sono dovuti ricredere quasi subito. E non capita di rado di trovarli sugli spalti ad incitare le gesta degli azzurrini. Il progresso più evidente, quindi, risiede proprio nell’aumento di affluenza alle partite in calendario, con la conseguente popolarità che ricade su tutto l’organico. Può sembrare superfluo, ma al giorno d’oggi è un aspetto capace di determinare le fortune di numerosi atleti. Se poi si sposa alla perfezione con le qualità oggettive messe in mostra, il risultato è praticamente garantito. Avere tante attenzioni, però, può scatenare il cosiddetto effetto boomerang ed indurre a clamorosi passi falsi dettati soprattutto dalla naturale inesperienza. Una tale preoccupazione sembra non aver credito all’interno dell’ambiente societario; il merito risiede nella innata professionalità del gruppo, istruito a una vita regolare senza eccessivi colpi di testa.

La combinazione di tanti elementi, volti al miglioramento costante, hanno colpito positivamente anche il tecnico Saurini, abituato ad una realtà tranquilla e con poco seguito come quella bresciana. Nelle sue dichiarazioni traspare sempre una certa emozione, unita alla volontà di proseguire un cammino ad alti livelli che possa fornire più chance possibili ai ragazzi a sua disposizione. L’interesse inaspettato scaturito dalle fenomenali prestazioni dei suoi obbliga moralmente ad un secondo semestre altrettanto spettacolare. Un impegno che, a carattere nazionale, dovrà vivere la sua svolta decisiva.

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