In questo primo di tre bilanci sul 2012 azzurro analizziamo meriti e colpe della nostra dirigenza, impersonata dal presidente De Laurentiis.
De Laurentiis: Il progetto Napoli va avanti per la sua strada, ed è la strada tracciata proprio dal nostro Aurelio, l’unico a prendere decisioni in merito alla linea che la società deve seguire. Passi piccoli ma sempre nella direzione giusta, cioè in avanti, questa la sua idea. Il 2012 sicuramente ha dato consistenza a questo progetto, dal punto di vista economico (gli incassi della Champions relativi a sponsor e incassi allo stadio, la cessione di Lavezzi) e da quello sportivo (il primo trofeo dei suoi 8 anni azzurri, la Coppa Italia), facendo assestare il Napoli tra le società più solide del nostro calcio, cosa non da poco in un paese dove ci sono tante società che sono costrette a vivere alla giornata, senza un progetto per il futuro. Il Napoli invece un futuro ce l’ha, ed è un futuro che lo vedrà certamente tra le protagoniste (e per protagonista si intende che in Serie A dovrà essere tra le prime 5 stabilmente, come auspicato da De Laurentiis). Però protagonista fino a che punto, questo è ancora da vedere. Infatti, se il 2012 ha mostrato come la crescita della società nelle sue varie componenti sia tangibile adesso in quanto a risultati e livello tecnico della squadra, allo stesso tempo ha anche evidenziato che, per ambire a vincere qualcosa di importante, è necessaria una svolta decisa in ambito tecnico: l’impianto di squadra sta invecchiando (mano alle statistiche, il Napoli ora è tra le squadre più vecchie della Serie A, quando all’epoca di Marino invece era tra le più giovani); la qualità tecnica necessaria per competere ad alti livelli in Europa è incarnata solo dai nostri due fuoriclasse Hamsik e Cavani, mentre il resto della squadra è dipendente dalle loro prestazioni ed è incapace di reggere le pressioni nelle partite importanti (vedi Pechino); la grana Mazzarri resto-non resto è un fardello inutile, magari non tanto per i giocatori e la società, i quali magari già sanno cosa accadrà a giugno con il nostro tecnico, ma per l’ambiente, che sta incominciando a vedere in Mazzarri il capro espiatorio per tutti i problemi della squadra. Dalle dichiarazioni pre-natalizie pare che De Laurentiis abbia capito che in questo preciso momento, tra gennaio e giugno, occorre che avvenga un’accelerazione al progetto con l’investimento di un ingente capitale per migliorare la squadra. E’ vero che siamo abituati a dare un grosso beneficio d’inventario alle parole del nostro vulcanico presidente, ma parole così nette sul mercato raramente le aveva mai pronunciate. Speriamo confermi ciò che ha detto, perché vorrà dire che ha capito che nel calcio non si può programmare tutto. A volte bisogna anche capire il momento e rischiare di fare il passo più lungo della gamba, anche perché gli Hamsik e i Cavani non durano in eterno e se li perdi non li puoi andare a ricomprare al supermercato. Voto 6,5 ma ci si aspetta che l’alunno si impegni di più.
Foto: SSC Napoli