Avrebbe compiuto oggi 40 anni. Li avrebbe festeggiati sicuramente con il sorriso, lo stesso che dispensava in ogni occasione, per gli amici, i tifosi, per lo sport che amava e che lo ha sempre accompagnato nella sua vita, il calcio. Quello bello sotto i riflettori della serie A fino a quello polveroso dei campetti di periferia, dove ha iniziato ad allenare insegnando alle giovani leve i valori della vita, la stessa che con lui è stata ingiusta.
Avrebbe compiuto oggi proprio 40 anni Carmelo Imbriani e probabilmente, i suoi ex compagni del Napoli gli avrebbero organizzato una festa in ricordo dei “vecchi tempi”, quelli che spesso raccontava con lo stesso amore e passione di sempre e di quel lontano 1993, quando iniziò la sua avventura da calciatore all’ombra del Vesuvio. Cresciuto nelle giovanili partenopee, prova la gioia dell’esordio in serie A con la maglia azzurra il 27 febbraio 1994, nella ripresa di Napoli-Cagliari, rimediando un ko. Poi il debutto da titolare nel maggio del 1995, in una giornata sicuramente da incorniciare: gol ed assist per Agostini, mettendo così una palese firma sulla vittoria contro il Brescia.
Ma l’avventura con il Napoli sarà solo un trampolino di lancio: tante le reti fino alla Nazionale Under 21, con la quale però non riuscì mai ad esordire. Nel 1996 i prestiti alla Pistoiese ed al Casarano, fino all’addio definitivo all’azzurro del Napoli nel 1998 per approdare al Genoa. Nemo propheta in patria spesso si dice. E così inizia il vagabondare tra Cosenza, Salernitana, Foggia e Benevento, la squadra della sua città, della quale diventa una vera ed indimenticata bandiera.
Ben 133 presenze e sette reti nelle varie avventure con i giallorossi, fino a diventarne capitano e simbolo della rinascita dopo il fallimento del 2006. Aiuterà i suoi compagni a scalare classifiche e promozioni fino ai play off per tornare in cadetteria, quando decide di appendere le scarpette al chiodo a 33 anni. Ma la sua splendida favola con il Benevento non finisce assolutamente, anzi. Pochi mesi dopo gli viene affidato il ruolo di allenatore degli Allievi Nazionali ottenendo ottimi risultati ed il 29 novembre 2011 viene scelto come tecnico della prima squadra dopo l’esonero di Simonelli. Ma il destino non era dalla sua parte ed in estate è costretto a lasciare il ritiro estivo a causa di un brutto male che stava minando la sua serenità.
La più importante partita di Carmelo, quella per restare in vita, dura solo un anno e mezzo. Ha combattuto con le unghie e con i denti, con al fianco tantissimi amici veri, coloro che lo hanno supportato, conosciuto ed ammirato in una vita fatta di vero e bellissimo calcio. Nel febbraio 2013 viene a mancare, lasciando un vuoto enorme non solo nei suoi affetti ma in tutto il mondo dello sport italiano, in coloro che lo hanno conosciuto ed hanno avuto la fortuna di vederlo giocare ed allenare. Un uomo come pochi, un professionista esemplare, giocatore e tecnico caparbio, con un grande cuore e con le idee chiare. E’ così che vogliamo ricordarlo, perchè le gesta sportive ed umane di chi ha sempre fatto del bene, resteranno impresse nella memoria oltre lo spazio ed il tempo.
Auguri Carmelo, anche lassù.
Alessia Bartiromo
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