Può sembrare incredibile che un piccolo borgo balneare nel Gargano, in Puglia, possa essere diventato così importante nella storia del Calcio Napoli, eppure è così. Corre la stagione 1984-1985, D10S è appena sbarcato a Napoli, con il suo carico di genio ma anche di sregolatezza. I primi mesi sono duri, anche perché il Napoli di Krol è lontano, così come è lontano quello del quadriennio d’oro 1987-1990. In difesa c’è ancora “Pal ‘e fierr’” Bruscolotti, ed accanto a lui un appena diciottenne Ciro Ferrara, ma tra centrocampo ed attacco l’unico che poi sarà presente anche negli anni fulgenti è Salvatore Bagni. Non ci sono i Romano, i De Napoli, i Giordano, gli Alemao, i Careca. Diego è ancora in fase di assestamento e regala magìe a sprazzi, il bomber Bertoni stenta. Nelle 13 partite che precedono la sosta natalizia il Napoli raccoglie appena 2 vittorie, entrambe casalinghe, 5 pareggi e 6 sconfitte esterne. L’ultima di queste poi, il 2-0 subito a Torino dall’eterna nemica della Juve, non va giù ai tifosi e all’allenatore, Rino Marchesi, che decide di mandare in ritiro i suoi a Vietri sul Mare. La squadra accetta, Diego no. Lui non è come gli altri e non le manda a dire. I ritiri a lui, festaiolo com’è, non vanno proprio giù, perciò decide che è il momento di cacciare gli attributi, di farsi sentire. Prima va a lamentarsi da Ferlaino, che però lo mette a posto con un secco “Se non vieni in ritiro non giochi più” e poi va nello spogliatoio, dove ha una discussione con Bagni molto accesa, che lo stesso Bagni però minimizzò e anzi elogiò: “Non fu una lite tra me e lui, ne hanno dette tante su quella riunione. Ci fu una discussione in cui chiarimmo delle incomprensioni e ci dicemmo le cose in faccia. Funzionò: non solo ci salvammo, ma due anni dopo vincemmo lo scudetto. Quel giorno a Vietri furono messe le radici sul campionato che vincemmo nel 1987”. Diego, oltre a parlare con Bagni, fa un discorso a tutta la squadra come solo un leader del suo calibro può fare, e le cose cambiano. Eccome se cambiano! Il Napoli a partire dalla ripresa del campionato ottiene 24 punti nelle restanti 17 giornate (e vigeva il sistema dei due punti a vittoria). A fine stagione arriva un ottavo posto più che dignitoso, con El Pibe capocannoniere del Napoli a 14 reti davanti alle 11 di Bertoni. E poi sappiamo com’è andata..…Perché ciò non può ripetersi oggi, a distanza di 18 anni? Facendo le debite proporzioni, anche nel caso del Napoli di questo momento ci sarebbe bisogno di una svolta che faccia diventare il Napoli veramente grande, prima ancora nella testa e nelle convinzione dei giocatori che nelle gambe. Ma ora abbiamo i Maradona, i Bagni o chi per loro che possano fare ciò ora, nel 2013? Ai “nostri” l’ardua sentenza…
Articolo modificato 3 Gen 2013 - 16:04