La decisione di fine anno; ma Napoli non è il Barcellona

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Ho il diritto di decidere cosa fare e quando farlo, perché vi stupite? Guardiola al Barcellona non si prendeva tutto il tempo sciogliendo le riserve a fine anno?”

Certo mister Mazzarri, ma questo discorso razionale, giustissimo nella sua astrazione logica, ha il difetto di non saper guardare alla realtà concreta. Le generalizzazioni sono sempre peccaminose; riducono la complessità del reale ingabbiandola in schemi riproducibili ad ogni circostanza. La realtà è invece un’altra. Sempre fluida, unica nella sua prospettiva e nel suo presentarsi.

Il Napoli non è il Barcellona. Se Guardiola si “permetteva” di lasciare la società in una bolla di sospensione, Lei non può farlo, e non perché sia meno dotato del suo collega, semplicemente perché abita una realtà diversa, si muove in un contesto costruito da persone diverse, respira un’aria diversa. Nella volontà di generalizzazione c’è un difetto della comprensione dei fatti umani.

Perché affermo questo? Semplice, e le elencherò le ragioni.

1) Il Barcellona è la società più desiderata del cosmo, basta un fischio, e qualunque calciatore si presenta spontaneamente, a piedi, all’ingresso della sede societaria. Il Napoli invece non può contare su questo glamour, deve tessere, pazientare, scardinare, contattare, faticare per arrivare al calciatore giusto.

2)Il Barcellona ha un fatturato stellare, anche all’ultimo secondo può permettersi un capriccio, può rimediare all’inerzia di mesi. Il Napoli ha un budget preciso, deve ponderare, cernire, individuare, può permettersi meno sbagli.

3)Il Barcellona è una compagine di mostri. Sono tutti giovani e talentuosi da morire. Sono 4-5 anni che la formazione non cambia e vince. Non c’è da fare granché sul mercato. La programmazione del mercato estivo non è assolutamente una priorità. E chi può sostituire quelle divinità del calcio? Il Napoli invece è in ascesa, deve migliorarsi, e allora deve cambiare alcuni elementi. Ha bisogno di programmazione, di individuare con precisione gli obiettivi, deve sapere dove e come intervenire.

Ma come è possibile fare tutto ciò se non si sa chi sarà il nuovo allenatore? Chi dovrà venire, per quale schema? Ad oggi siamo nel buio più totale. I programmi si fanno a Gennaio. Mentre altre squadre già sanno chi le condurrà l’anno venturo, il Napoli è in balìa del caso, titubante nelle scelte da compiere, e perde tempo prezioso.

Ecco perché dico che il Napoli non è il Barcellona. Il Napoli non può permettersi di pensare di esserlo. Non siamo ancora vincenti e per esserlo dobbiamo lavorare il doppio. Ma come lavorare senza sapere cosa serve e a chi serve?

Mister Mazzarri lei è un grandissimo allenatore, ma questa volta la sua generalizzazione ha il vizio di una leggera “irresponsabilità” verso i tifosi.

Carlo Lettera
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