Checché ne pensi Mino Raiola, l’agente Fifa che da un anno affianca Juray Venglos, Marek Hamsik è convinto di poter diventare un top player anche indossando la maglia del Napoli, ammesso che non lo sia già. Lo slovacco ha giurato fedeltà ai colori azzurri giorni fa e sarebbe propenso a rifarlo nel caso gli venisse richiesto. A maggior ragione oggi che indossa con orgoglio la fascia di capitano che gli ha ceduto Cannavaro immediatamente dopo la squalifica. Può rassegnarsi Raiola, l’altro gioiello di casa-De Laurentiis non pensa neanche lontanamente di tradire quello che è stato il suo primo amore, anzi resta volentieri e con la convinzione di poter diventare un campione senza necessariamente dover cambiare club.
Hamsik si sente più che mai coinvolto nel progetto avviato otto anni fa da Aurelio De Laurentiis. A Napoli si è ambientato in maniera totale, insieme con il Napoli è cresciuto sotto il profilo professionale e di recente ha anche accettato di legarsi fino al 2016. «La vittoria della Coppa Italia è stato il momento più esaltante da quando indosso questa maglia; le prestazioni in Champions League, invece, hanno rappresentato le tappe più gratificanti» , ha sottolineato il trequartista che va in gol con la puntualità di un attaccante puro.
Era stato tra i primi a parlare di scudetto ad inizio stagione. Poi, visto l’andamento della Juventus, e successivamente alle sconfitte in casa dell’Inter e con il Bologna al San Paolo, Hamsik è stato il primo a rivedere le previsioni. «Il nostro obiettivo deve essere il ritorno in Champions League – ha dichiarato con grande senso di realismo – Vincere il titolo mi sembra più difficile, specie se la Juve dovesse marciare con questa andatura. Ma il nostro compito è quello di non farsi trovare impreparati se la capolista dovesse perdere colpi e soprattutto di non perdere di vista il secondo posto in classifica. Dobbiamo mantenere costanza di rendimento ed assicurare continuità di risultati, preparando partita dopo partita, poi alla fine tireremo le somme» .
ORA LA ROMA – Capitano del Napoli e della sua Nazionale, Marek Hamsik comincia a ragionare da leader. Vorrebbe trascinare i suoi più in alto possibile. Ed dopo aver recuperato il morale a Siena con la quinta vittoria esterna della stagione, guarda alla prossima sfida con l’ottimismo di chi sa di affrontare un avversario che lo stimola non poco. Hamsik è risultato sempre protagonista in campo nelle sfide incrociate con la Roma. Ben cinque gol in otto sfide, dal 2007 ad oggi. Ed anche tre assist. Cominciò ad apporre la sua firma nel rocambolesco quattro a quattro dell’Olimpico, ottobre 2007. Poi concesse il bis nel campionato dopo realizzando la rete del momentaneo vantaggio. Ma lo slovacco è entrato nel tabellino dei marcatori in ben tre sfide disputate al San Paolo: a febbraio del 2010 (2 a 2), ad ottobre dello stesso anno (2 a 0 per il Napoli), ed anche a dicembre scorso (1-3), quest’ultima sconfitta quella che brucia di più perché privò i partenopei di punti preziosi verso la conquista della Champions League.
CON ZEMAN – Stavolta la sfida con la Roma, per Hamsik racchiude significati ancora più importanti. Non solo c’è da cominciare con il piede giusto l’anno nuovo e cancellare il passo falso interno con il Bologna, anche onorare quella fascia che porta al braccio. E poi l’incontro con un allenatore che ebbe al Brescia seppure per un periodo limitato. Hamsik era proprio agli inizi, aveva diciotto anni e si accingeva a conquistare a piccoli passi un posto da titolare. Positivo l’impatto con Zeman, uno che sa riconoscere prima di altri, il talento in un giovane. Hamsik ancora oggi ricorda i metodi del boemo: «Un gran lavoratore ed uno che insegna calcio come pochi. A Brescia restò poco tempo ma mi rimase impressa la sua professionalità» . Domenica Hamsik, il castiga-Roma, ha un motivo in più per balzare in copertina: dimostrare a Zeman che è cresciuto a tal punto da diventare un giocatore determinante per il Napoli.
Fonte: Corriere dello Sport
Articolo modificato 4 Gen 2013 - 11:30