«Come affidabilità dico Napoli, come imprevedibilità dico Roma. Non vedo un netto favorito, mi immagino un derby equilibrato e pieno di gol. Poi va a finire che finisce zero a zero perché i big-match sono sempre incerti, figuriamoci adesso che si torna in campo dopo la lunga sosta natalizia. Osvaldo, Totti e Lamela, se giocano questi tre, sono un mix di fantasia e concretezza, corrono molto, “tagliano” benissimo il campo in profondità e sanno essere letali da un momento all’altro. Cavani, Hamsik e Pandev è come se giocassero da una vita insieme, hanno maggiore costanza e un innato fiuto del gol. Una delle due squadre, non so chi, giocherà inizialmente a nascondersi perché sia gli azzurri che i giallorossi sanno essere micidiali in contropiede. È per questo che dico: vince chi segna per primo. Perché poi l’avversario dovrà necessariamente scoprirsi e allora saranno dolori».
Panchine a confronto: Zeman e Mazzarri predicano teorie differenti.
«Ma sono fior di allenatori. Mazzarri è in gamba, preparato, tra i migliori della recente generazione. Zeman sta smentendo quelli che lo consideravano finito, o che comunque davano per superati i suoi schemi. Ricordo bene il boemo, erano le mie ultime stagioni a Napoli e del suo Foggia parlava tutto il calcio italiano. Una volta venne a darci anche una lezione di calcio al San Paolo».
Il tipo di allenatore ideale per un attaccante?
«Direi di sì, lui e tutti quelli che hanno una mentalità spiccatamente offensiva. Zeman è un tecnico particolare, gioca in maniera cortissima, dà forza ai propri giocatori e velocità alle azioni. È vero che ”spreme” la squadra ma va anche detto che questa rende al cento per cento. È tosto, serio, ha voglia e conosce ormai perfettamente il campionato italiano».
Per Careca non c’è un favorito in partenza, o meglio: sarebbe stato il Napoli se questa partita si fosse giocata un mese fa.
«È evidente l’appannamento nelle ultime gare prima dello stop: gli impegni ravvicinati hanno condizionato il rendimento del Napoli che ancora non possiede la mentalità della grande squadra, quella abituata a giocare ogni tre giorni e che va sempre in campo con tantissima voglia e concentrazione».
Pregi e difetti di questo Napoli, prego.
«Il pregio è tutto il reparto offensivo. Paradossalmente questo è anche un difetto: oggi se non segnano Cavani e Hamsik, chi butta la palla dentro? Si sprecano troppi gol e non ne arrivano a sufficienza da difensori e centrocampisti. E poi c’è un’altra lacuna da colmare in fretta: l’imperfezione di alcuni meccanismi difensivi. La squadra subisce gol assurdi e certi errori si pagano sempre».
Potrà essere più decisivo Cavani o Totti?
«Il romanista gioca per la squadra, è rifinitore, quasi tutti i palloni passano dai suoi piedi. Cavani è il bomber e basta, il terminale di tutte le azioni, quando calcia da dentro l’area difficilmente sbaglia. Cavani è più difficile da marcare e ha più forza fisica rispetto al romanista».
È lui l’erede napoletano di Careca?
«È sulla strada giusta. Se resta ancora qualche anno, batterà i record di tutti i cannonieri, quindi è destinato a fare meglio di me».
Per molti è tra i bomber attuali più forti del mondo.
«Alt, andiamoci piano. Negli ultimi due anni è cresciuto enormemente ma c’è gente in giro più forte di lui semplicemente perché ha vinto qualcosa».
Come Careca…
«Io a Napoli ho conquistato uno scudetto, una coppa Uefa e una Supercoppa. Mi aspetto che sia lui ad avvicinare il Napoli al terzo scudetto. Quest’anno la vedo difficile ma la prossima potrà essere finalmente l’annata buona».
Articolo modificato 6 Gen 2013 - 11:00