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Calcioscommesse, il Napoli vuole la completa assoluzione!

Un ricorso che possa restituire al Napoli i 2 punti di penalizzazione e fare giurisprudenza, evidenziando la differenza che esiste tra illecito sportivo e tentato illecito.

E’ questo l’obiettivo della difesa del Napoli, affidata al professore Virgilio D’Antonio, docente di Diritto privato comparato presso l’Università di Fisciano, il professionista salernitano a cui il club di De Laurentiis si è rivolto dopo la sentenza di primo grado della Commissione disciplinare della Federcalcio, che il 18 dicembre ha inflitto il – 2 in classifica alla squadra (responsabilità oggettiva) e sospeso per sei mesi Cannavaro e Grava (omessa denuncia) al termine del processo per l’illecito tentato e non attuato dall’ex portiere Gianello in occasione dell’ultima partita del campionato 2009-2010, persa dal Napoli per 1-0 sul campo della Sampdoria il 18 maggio 2010.

La novità sostanziale è rappresentata dal fatto che il Napoli non punterà più al concetto “di parte lesa”, che alla Disciplinare ha sbattuto sul muro della rigidita procedurale della giustizia sportiva.

Il professore D’Antonio, che ha affiancato Mattia Grassani, intende puntare a far emergere quello che già avviene nella giustizia ordinaria: ovvero la differenza sostanziale e formale tra un tentativo di illecito e un illecito vero e proprio e che pertanto la società e i suoi tesserati devono essere assolti. Al di là del ruolo marginale del tesserato.

Gianello venne respinto a muso duro da Cannavaro e Grava quando accennò alla possibilità di ricavare una sostanziosa cifra in caso di sconfitta a Genova. Questa la nuova linea difensiva del Napoli, affidata al professore D’Antonio e all’avvocato Grassani. Il ricorso alla Corte federale, presieduta da Gerardo Mastandrea, verrà discusso il 17 gennaio a Roma. Eventualmente, vi sarebbe un terzo grado di giudizio, rappresentato dal Tribunale nazionale dello sport del Coni.

Fonte: ilmattino.it

Articolo modificato 8 Gen 2013 - 20:30

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Scritto da
redazione