All’apertura del processo d’appello per il caso calcioscommesse, ed in particolare per i fatti avvenuti a Napoli in cui è implicato l’ex portiere azzurro Gianello, la società del Napoli cambierà completamente strategia, facendo prospettare all’orizzonte uno scontro aperto con la giustizia sportiva.
Se il club di De Laurentiis sino ad ora si era proclamato sempre “parte lesa” , per il comportamento sleale e illegale di un suo tesserato che andava anche a danno della società, ora il Napoli cambia strada per ottenere l’annullamento della penalizzazione in classifica e della squalifica dei suoi due tesserati, Paolo Cannavaro e Gianluca Grava.
La nuova strategia dello staff legale del Napoli, che tra l’altro si è arricchito dell’avvocato Virgilio D’Antonio, docente di diritto privato comparato all’Università di Fisciano che si aggiunge al legale di fiducia del club, Mattia Grassani, sarà quella di contestare la pena considerando che il reato in realtà non si è mai verificato.
La presunta “combine” infatti è sempre rimasta tale e non è stata mai nemmeno studiata a tavolino visto che a seguito della proposta ricevuta da Gianello Cannavaro e Grava rifiutarono nettamente e i fatti non si sono poi realizzati.
Nel diritto ordinario questo non avviene e la pena varia, e non poco, a seconda se poi il reato viene perpetrato. Inoltre il Napoli dovrà riuscirà là dove sino ad ora hanno fallito tutti i club di calcio coinvolti nelle vicende del Calcioscommesse, ovvero rompere l’altra equazione, ovvero che l’illecito del giocatore porti con naturalezza alla penalizzazione del club di appartenenza. Dovesse riuscire il colpo, la sentenza del Napoli sarebbe destinata a fare giurisprudenza. La logica, si sa, dà ragione al club azzurro, le consuetudini della giustizia sportiva no: ma come si fa a punire una società per responsabilità oggettiva per una disponibilità generica data da un proprio tesserato a combinare una gara? Gara che poi si è regolarmente svolta?
La decisione della Corte di giustizia federale si dovrebbe conoscere già il 17 gennaio. Il Napoli, che ricordiamo ha rifiutato il patteggiamento e si è trovato a dover scontare dal – 1 al – 2 in classifica a seguito delle richieste del superprocuratore Palazzi.
Il Napoli e i suoi avvocati in aula chiederanno il proscioglimento dalle accuse che gli sono state mosse. La difesa punterà anche sulle contraddizioni che sarebbero emerse dalle dichiarazioni dello stesso Gianello in occasione di Sampdoria-Napoli.
Nel frattempo il legale dell’ex terzo portiere, Eduardo Chiacchio proverà a sminuire il comportamento del suo assistito: non un tentato illecito, ma semplice atto di slealtà sportiva. Interessati diretti anche Cannavaro e Grava che, difesi dagli avvocati Malagnini e Delle Donne, continueranno a negare l’offerta di Gianello.
Alcune indiscrezioni dicono che quel giorno in aula potrebbe comparire lo stesso presidente De Laurentiis. Una decisione in tal senso il patron la prenderà solo all’ultimo istante.
Fonte: Il Mattino