La storia ha voluto che si concretizzasse una delle rimonte più clamorose e chiacchierate della storia. La stagione ’87-88 fu una delle più amara per la storia azzurra, e a riaprire le ferite è uno dei simboli di quel Milan che annichilì i partenopei, riducendo una cavalcata straordinaria in una pugnalata alla schiena, spietata quanto letale. Durante un’intervista al canale sportivo ESPN Channel, Paolo Maldini, bandiera storica dei rossoneri, ha raccontato le gesta di quella rivalità, sottolineando alcuni aspetti: “Lo scudetto contro il Napoli di Maradona? E’ stata senza dubbio una vittoria stupenda e difficile, anche perché arrivammo a 3/4 giornate dalla fine del campionato al San Paolo con l’obbligo di vincere. È stata un’impresa vera e propria, ma quel Milan a livello fisico si allenava come nessuna altra squadra in Europa e nel mondo. Maradona? Sui giornali sparava contro il Milan, contro i tifosi, ma poi in campo devo dire che è sempre stato un avversario correttissimo“.
Diego aveva dipinto nel suo immaginario la squadra rossonera come l’icona del potere del nord, la potenza economica, la squadra-azienda che rifletteva l’immagine del suo presidente, Berlusconi, imprenditore rampante e capitalista, ai danni di una piccola realtà del sud come il Napoli, il valoroso Davide che sconfisse il filisteo Golia, la rivalsa di un popolo sottomesso ai danni del padrone. El pibe in quegli anni si caricò sulle spalle un peso politico oltre che sportivo, per salvaguardare la rinascita dei napoletani e proiettarli nel panorama mondiale. Sono stati gli anni in cui gli azzurri erano temuti da tutti, anche dalla corazzata rossonera che spesso è crollata al cospetto di una delle squadre più coriacee degli ultimi trent’anni.
Articolo modificato 12 Gen 2013 - 11:00